Non passa giorno senza che nugoli e orde di disperati migranti sbarchino sulle nostre coste meridionali fuggendo poi dai centri di accoglienza (stracarichi ed invivibili) e dilagando incontrollati per l’Italia alla ricerca di un lavoro che non c’è o in avvicinamento ai paesi del Nord Europa nella speranza di trovarlo lí, il lavoro.
Avevamo una legge, la Bossi-Fini, di contrasto all’immigrazione clandestina considerata reato, piú che altro di valenza teorica dato che in pratica fu sempre disattesa o raramente applicata ( fu forse una delle poche cose giuste tra le tante sbagliate della Lega Nord ), ma anche questa fu talmente osteggiata dalla politica di sinistra, da abrogarla. Al politico sia di sinistra che di destra nulla importa che un’idea o una legge volga all’interesse dell’Italia se proviene da un partito d’opposizione, gli interessa solo la logica di partito che gli impone di boicottare e sconfessare sempre e comunque la tesi avversaria. Si arriva cosí agli squitii della portavoce del Nuovo Centrodestra di Alfano, Barbara Saltamartini che dopo profonde e sofferte elucubrazioni mentali enuncia: “ Ad oggi, il detentore nazionale del titolo di ministro che ha accolto piú immigrati, oltre 62.000, è Maroni nel 2011 “. Dopo di che, esaurito l’encefalo, nessuna iniziativa atta a risolvere il problema nonostante l’ Angelino nazionale ci abbia informato che ben 600.000 migranti sono pronti ad invadere l’Italia.
Il rimanere disperatamente aggrappati alle sottane di mamma Europa sperando che intervenga per noi risolvendoci i problemi dell’immigrazione selvaggia, pare sia l’unica attività che tutti i politici, anche presenti nel governo, sappiano fare, accreditando cosí il loro disinteresse e la loro inettitudine alla salvaguardia degli interessi italiani. Sono altresì prontissimi a tacciare di populismo (ne conoscono almeno il significato semantico ? mah ! ) di xenofobía, di razzismo chiunque proponga qualcosa per arginare l’invasione che, solo per l’operazione Mare Nostrum della Marina Militare costa agli Italiani 300.000 Euro al giorno: e poi si vorrebbe che gli italiani credessero in una reale diminuizione delle tasse. Da Gennaio ad oggi sono sbarcati in Italia oltre 21.000 disperati che noi, salvo quelli che se la sono svignata, dobbiamo mantenere se nei centri di accoglienza, o dobbiamo sopportare se per sopravvivere sono costretti a delinquere.
È sorprendente apprendere che non ci sono piú centri di accoglienza disponibili quando è noto il grande numero di conventi, abbazie, eremi, semivuoti ma indisponibili perché di proprietà di consorterie ecclesiastiche o Vaticane, quelle stesse che predicano accoglienza, solidarietá, carità ma fatta con i sacrifici e i soldi altrui (gli italiani). I quali italiani, beati e rincitrulliti dalla visione del Papa, sovente intruppati in salmodianti processioni, pur in un ambiguo contesto di ierofanìa, ingenuamente complici di un potere politico asservito, tacciono, dimenticano e pagano. Cosa volete che siano le ristrettezze economiche, l’indigenza di innumerevoli famiglie italiane, quando ci possiamo allietare nel compiacimento che il Cardinale Tarcisio Bertone, poverello lui, trascorrerá i suoi giorni di pensionato in un modesto attico di 700 metri quadrati, in ossequio alla parola ed all’esempio di Gesú Cristo ?
Vista la riluttanza dell’Europa a supportare ed affiancare l’Italia nell’azione di contrasto all’immigrazione clandestina, forse sarebbe il caso di eliminare tutti i centri di accoglienza per lo piú locati nel sud del territorio italiano, sostituendoli in numero maggiore, con altri locati a ridosso dei confini a nord, lungo tutto l’arco alpino dalle Alpi Giulie alle Marittime, cosí che gli immigrati da qui scappando possano piú agevolmente dilagare negli stati confinanti.
L’Italia, nella sua sofferta secolare storia, ha visto migliaia di suoi figli migrare in America, in Australia e in altri paesi del Nuovo Mondo, alla ricerca di una vita migliore, ed è quindi difficile capire ed accettare la caparbietà dei migranti Africani ed Asiatici a volersi accasare in Italia e negli stati Europei, ove il lavoro scarseggia. Un trasferimento in aereo costerebbe loro assai meno del prezzo richiesto dai moderni negrieri e non avrebbe i pericoli di traversate nel deserto e di impietosi naufragi.
Tuttavia, ben prima di qualsiasi considerazione, appare evidente il madornale errore ìnsito nella folle abolizione del reato di clandestinità che, al contrario avrebbe dovuto essere inasprito onde evitare che i clandestini, distrutti i documenti e rese indecifrabili le impronte digitali o con la bruciatura dei polpastrelli o con l’applicazione di particolari sostanze, rendessero impossibile la loro identificazione. Da tale atteggiamento traspare inequivocabile la predisposizione e la volontà a delinquere ma i nostri governanti, non si capisce bene se piú ingenui o piú irresponsabili, non sanno o non vogliono riconoscere questa realtà.
Altra cosa che puó risultare difficilmente comprensibile è la predilezione del percorso dei migranti attraverso il deserto libico ed il mare Mediterraneo che mietono vittime a centinaia, piuttosto che il più sicuro accesso all’Europa dal Marocco e dallo stretto di Gibilterra. Ma i migranti sanno benissimo che le approssimazioni e le deficienze della legislazione italiana in materia di legislazione illegale e clandestina, implementate dalle fariseiche interferenze della Chiesa di Roma riguardo a carità ed accoglienza, giustificano l’affidarsi ai negrieri.
Tutto questo evidenzia quanto sarebbe opportuna e giusta nell’interesse stesso della vita dei migranti la reintroduzione e l’inasprimento del reato di clandestinità e un serio contrasto all’immigrazione clandestina, tesi a dirottare i migranti su altre vie d’accesso o, meglio ancora, a impedirlo se non specificatamente richiesti dai governi degli stati interessati. In Italia le logorroiche esternazioni di dubbio pietismo dei nostri politici e governanti, le sbrodolate di buonismo a buon mercato provenienti dalle finestre Vaticane, sono ormai il sale quotidiano con il quale la ghigliottina della diarchia italiana sterilizza le ferite dell’affannoso sopravvivere di tante famiglie italiane.