Qualche giorno fa, sul quotidiano ” Il Giornale ” è apparso un articolo di Stefano Zecchi che denunciava una scorcentante azione disgregatrice della famiglia, operata sui bambini delle scuole elementari, tendente a far accettare che la famiglia stessa potesse essere composta da due papà o da due mamme invece che dal tradizionale padre e madre, sulla spinta del folle progetto omosessuale che vorrebbe demandare a pederasti e lesbiche l’allevamento e l’educazione morale dei bambini.
Riproduco, per maggiore chiarezza, un pezzo dell’articolo di Stefano Zecchi:”… Ormai non sono pochi i casi in cui, col pretesto di difendere il giustissimo diritto alla libera scelta sessuale, é stata accettata una pesante ingerenza nell’educazione scolastica, in particolare dei bambini più piccoli, per difendere un’ideologia che vuole lo sfascio della struttura tradizionale della famiglia…..Chi avrebbe mai pensato che il tramonto dell’ideologia marxista avrebbe trasferito il comunismo sotto le bandiere dell’omosessualità, chi avrebbe mai potuto immaginare che l’omosessualità, sia pure non consumata ma soltanto mimata o recitata, sarebbe diventata un’indispensabile iniziazione per rianimare idee comuniste defunte che, con il diritto alle scelte sessuali individuali non ha nulla a che fare. La roccaforte che il marxismo avrebbe dovuto distruggere era la famiglia, perché sulle sue macerie avrebbe potuto incominciare a costruire un’altra idea di società…..sostenendo che un padre e una madre sono irrilevanti nella composizione genitoriale, che la famiglia si può comporre di due uomini o di due donne con le stesse funzioni dei genitori di una famiglia tradizionale……Nelle scuole italiane, quelle della prima infanzia e dell’adolescenza, stanno diffondendosi libri che, con il pretesto di far conoscere “la cultura della differenza”…….attaccano l’istituto famigliare, mettendo in crisi il principio stesso che nella famiglia ci siano un padre e una madre di sesso diverso…….contro l’dea reazionaria e oscurantista che una famiglia sia composta da un papà e da una mamma.”
Fin qui il riassunto dell’articolo di Stefano Zecchi, al quale io mi permetto di farte alcune integrazioni e precisazioni. Non è difficile pensare che il tramonto dell’ideaologia marxista sia solo fittizio e che anzi essa covi come fuoco sotto la cenere nell’attesa di un immane incendio. Dovrebbe essere ormai noto per tutti che l’affermazione del comunismo marxista-leninista aveva ed ha i suoi presupposti teorici nella disgregazione progressiva e capillare della società in attesa che i tempi siano sufficientemente maturi per un’azione sovversiva di forza (leggi rivoluzione). Ne fanno testo i vivai di sovversivi che si annidano nei centri sociali che non perdono occasione di impiegarte la violenza contro persone e cose in manifestazioni che dovrebbro essere di civile e democratico dissenso: queste manifestazioini violente non sono che il banco di prova e di esercitazione per l’attuazione del grande disegno. Ne fanno pure testo le varie organizzazioni omosessuali che, manco a dirlo, sono tutte di sinistra o di estrema sinistra, che profondono sforzi enormi per disgregare e distruggere il nucleo famigliare, quindi la società. Per queste il campo di lavoro primario é per l’appunto la scuola dell’infanzia perché qui possono trovare materiale umano facilmente plasmabile. Se poi trovano insegnanti che li assecondano il gioco è fatto.
Dovrebbe essere parimenti noto che ovunque nel mondo l’affermazione del marxismo é stata realizzata con la repressione e la violenza e l’imperialismo sovietico ne fu la tragica prova, come pure dovrebbe essere noto che il negazionismo delle nefandezze comuniste ( leggi le foibe che nelle scuole passano in sordina ) sta dilagando con l’evidente placet del ministero dell’istruzione pubblica.
Nelle scuole la devastante ideologia comunista esplose nel 1968 con i moti studenteschi, contestatori di ogni valutazione di profitto scolastico, del giudizio dei docenti, della dignità dell’istituzione scolastica, e, non ultimo, lo svilimento dell’eredità dei valori risorgimentali e della guerra d’indipendenza 1915-18 che tanti sacrifici e sangue costò ai padri per darci una Patria libera e indipendente.
Un’altro illuminante articolo a firma di Isabella Bossi Fedrigotti é apparso sul Corriere della Sera in data 15 Febbraio al titolo:” La guida che mette in guardia dalle fiabe sulle principesse”. In esso si pone all’attenzione dell’opinione pubblica la diffusione di tre libercoli ( ideati dal Dipartimento delle Pari Opportunità e destinati agli insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori ) che invitano a considerare diseducative le fiabe che da sempre hanno affascinato bambini ed adolescenti, perché in esse un uomo ed una donna sono sempre il perno della fiaba e costituiscono il soggetto di una formazione famigliare, quando, una famiglia può benissimo ( secondo i folli autori ) essere formata da due uomini o da due donne. In questi libercoli si tenta persino di velare il fin troppo manifesto intento d’accreditamento omosessuale con la lotta al bulliusmo, sacrosanta, ma che con il problema in questione c’entra come i classicci ” cavoli a merenda “.
Come si vede, quella nefanda ideologia marxista é tutt’altro che tramontata ma, più o meno velatamente appoggiata dai partiti di sinistra, sta stendendo i suoi tentacoli di piovra mostruosa in ogni ambito della vita sociale e “horribile dictu” persino sulla scuola dell’infanzia. E’ deprimente il comportamento catatonico degli Italiani che, letta la notizia, al momento si indignano, ma dopo un’ora rientrano nell’usuale apatia demandando alla scuola quei doveri d’insegnamento morale ch’essi per primi come genitori dovrebbero assolvere.
Non deve quindi sorprendere se una minoranza ( gli omosessuali ) riescono a condizionare il potere legislativo, l’istituzione scolastica, ed in genere la vita socio-culturale italiana in disprezzo dei più elementari fondamenti di uno stato democratico, sovvertendo i diritti e le aspettative della maggioranza e l’ordine civile e morale sul quale é fondata la nostra democrazia.
Il timore è che quando noi italiani ci desteremo dal’abulia indotta ( se mai ci desteremo ) non sia più tempo di inutile diaspora tra comunisti e democratici liberali ma si debba solo constatare l’irreparabile danno morale, culturale, esistenziale arrecato ai nostri discendenti.