PROTERVIA OSCURANTISTA

Pochi giorni or sono apparve su giornali e TV la fotografia della senatrice Monica Cirinná che in occasione della festa dell’otto Marzo esibiva platealmente un cartello con scritto: “ Dio Patria Famiglia – che vita de merda “ al quale, in un’altra manifestazione di femministe dei centri sociali a Milano, faceva da corollario un’altro cartello con la scritta: “ Il corpo è mio e non di quel porco di….” (tralascio la rima perché bestemmia di facile intuizione). Ora, al di lá dell’eleganza lessicale di ambedue le locuzioni, del patrimonio culturale ad esse intrinseco, dell’educazione civica, del senso morale e della dignità di donna di queste femmine-alfiere, emerge prepotente il desiderio pragmatico di offendere l’intera umanità credente, sia essa Cristiana, Islamica, Ebraista ma anche Induista, Buddista, poiché dire Dio, in senso lato, coinvolge il Dio di ogni credo in quanto Ente Supremo non condizionabile e riducibile a singole etníe antropiche.

Pur essendo agnostico razionalista, io stesso mi sento profondamente offeso nella mia identità storica e culturale giudaico-cristiana nella quale mi sono formato e della quale mi riaffermo strenuo difensore, anche perché essa è la genesi inconfutabile della trilogía Dio Patria Famiglia che in tutto il mondo ed in ogni epoca ha spinto i popoli a combattere, a scrivere la loro storia, a redigere fiumi di letteratura, pur nelle loro diversità esistenziali e sovente conflittuali nell’essere e nel divenire. Contestare e rinnegare Dio, Patria, Famiglia è voler precipitare l’umanitá in un caos antropico mancante di riferimenti certi atti ad equilibrare i rapporti interpersonali in una stessa societá e a contenere l’istinto predatorio e violento giá ora presente ove piú regni l’ignoranza e sia assente il freno inibitore del reciproco rispetto.

Queste novelle Erinni, suscitatrici di discordie e prodromiche di delitti, nelle loro violente azioni verbali nemmeno s’accorgono o quanto meno ignorano l’assonanza del loro rigurgito parolaio con il nichilismo piú sciatto che, secondo Nietzsche è la conseguenza della morte metaforica del Dio giudaico-cristiano e della decadenza della metafisica occidentale che comprende anche il mondo degli ideali. Infatti la teoria filosofica del nichilismo naufragò ai primi del ‘ 900 con la morte di Nietzsche ma ne rimane traccia, anzi, fondamento nelle varie Monica Cirinná e nelle femministe piú tetragone infarcite non piú di ideali  ma solo di dissacranti e disumanizzanti ideologismi dionisiaci. Ovviamente della sinistra piú illiberale e sciovinista. Chi non ne condivide il pensiero e la proposta socio-politica è accusato di “ritorno al medioevo”. Viene allora da chiedersi se queste femmine e i loro sodali ne sappiano alcunché del medioevo e dei valori che trasmise: valori che, nel basso medioevo furono fucina e fomite della grande cultura umanistica di Dante, Petrarca e, piú tardi del poeta-filosofo Tommaso Campanella, di Torquato Tasso e di ludovico Ariosto, nonché dei grandi pensatori e filosofi quali Francesco Guicciardini e Niccoló Machiavelli, i quali  tutti diedero vita alla straordinaria epoca del Rinascimento. Non conoscere e non capire il Medioevo significa ignorare la genesi dei nostri valori identitari, della nostra cultura umanistica ed artistica, del nostro assunto sociopolitico e storico sviluppatosi poi nel tempo.

Fu nel basso medioevo che la donna ( angelicata e definita “madonna” ) ebbe il massimo risalto  e Dante, Petrarca e lo stesso Boccaccio ne fanno fede accostandosi e lei  con quell’infinito, riverente rispetto proprio delle classi piú acculturate, alle quali mai avrebbero potuto appartenere le femministe ideologizzate e le varie Cirinná che squalificano e sviliscono la donna riducendola a prezzolata fattrice mediante l’utero in affitto. Il linguaggio triviale e l’insulto ormai d’uso nel pensiero e nell’agone politico dei neo-illuministi progressisti che concionano di medioevo solo per dare aria ai denti e che ammorbano con alito puzzolente nella dialettica a sostegno delle pretese delle realtá omosessuali, oltre a tradire mentalitá miserrime e degradate stigmatizzano la disumanizzazione della donna ridotta  ad animale riproduttivo soggetto a mercimonio e circoscrivono la Famiglia a caocervo di aberranti realtá distopiche.

Il dileggiare il Congresso Mondiale delle Famiglie di prossima edizione a Verona e l’enfatizzare i presunti diritti della pletora LGBT ostentando arroganza, supponenza, violenza verbale e financo fisica, nella negazione del rispetto che si deve all’altrui pensiero giá nel dettato assurdo del politically correct, denunciano l’attinenza del disordinato mondo politico sedicente democratico-progressista alla dittatorialitá del pensiero unico indispensabile al nascente nuovo ordine mondiale prefigurato dall’alta finanza della globalizzazione. In questo contesto, giá proprio del marxismo leninista- stalinista  si inserisce il tassello relativo alla distruzione della famiglia naturale per arrivare alla distruzione dello stato liberale e democratico.

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