LA POLITICA DEGLI ISTRIONI

Chiunque volesse considerare la politica italiana, non  potrebbe non avvedersi che questa fa acqua da tutti i lati, per la faziosità dei partiti e per l’ambiguitá delle correnti che li compongono, per l’inanitá e l’inadeguatezza di taluni personaggi di governo assoggettati alla casta, per la mancanza di coraggio nel prendere decisioni forti non solo in tema di politica economica comunitaria : UE ed OCSE, ma anche in tema di sovranità nazionale e di rapporti internazionali, cosí di fatto rendendo l’Italia succube dei poteri forti di Germania, Francia, Inghilterra e di non so quante altre nazioni meno disponibili al servilismo. Chi ci governa si profonde giornalmente in proclami concionando  di crescita, di ripresa ormai in atto, quando i dati ISTAT denunciano un Prodotto Interno Lordo (PIL) in sensibile calo confermando l’economia italiana bloccata quando non in ulteriore recessione. Quanto poi alle riforme prospettate dalla facondia del Presidente Matteo Renzi come la panacea di ogni male, vien da deprimersi constatando che tutto assomma ad una riforma del senato tendente a salvare poltrone e stipendi. Viene continuamente sbandierato il bonus degli 80 Euro, che certo ai meno abbienti qualche beneficio ha portato, ma che con altrettanta certezza non risolve i problemi collegati ad una abnorme tassazione che ci classifica i piú tassati tra tutti i paesi della Uniuone Europea con un’incidenza sulle aziende del 65,8%, occidentalizzata avanìa. Le nostre grandi industrie, da sempre vanto della imprenditorialitá italiana, stanno via via dislocandosi all’estero e quelle che per ora ancora in Italia restano vengono vendute a imprenditori stranieri. Le piccole aziende, quelle con meno di 15 lavoratori, vengono incentivate a rimanere piccole mediante contratti di lavoro meno blindati, rendendo cosí il lavoro meno efficace e poco competitivo e quindi piú difficile la loro permanenza sul mercato. Da quando in Italia è apparso l’Euro ( e di questo dobbiamo ringraziare il grande statista Romano Prodi e l’arguto economista senatore a vita ed ex Presidente Carlo Azeglio Ciampi) l’Italia è il solo paese dell’Unione Europea che vede diminuito il reddito pro capite per abitante. La politica interna italiana, da operetta goldoniana, per darsi una concretezza governativa non trova di meglio che allearsi a noti pregiudicati e puttanieri, a disprezzo di una magistratura che giustamente ed opportunamente li voleva esautorati da qualsiasi carica pubblica.

In tutto questo desolante quadro, la boccheggiante economia delle famiglie italiane deve supportare impotente l’enorme sperpero di denaro che lo sgangherato buonismo sciovinista di politicanti catto-comunisti impone in disprezzo delle necessità e legittime aspirazioni di italiani senza lavoro, senza casa, senza futuro, prevaricandoli a vantaggio di immigrati clandestini e rifugiati richiedenti asilo. Per costoro lo stato italiano spende cifre da capogiro: centinaia di migliaia di Euro al giorno solo per l’operazione “ Mare Nostrum”, stanzia un bonus di 40 Euro al giorno per ognuno di loro, ne impone la cura nei nostri ospedali, impone ai comuni l’erogazione di buoni pasto, di carte telefoniche prepagate, di giornali, di sigarette,  di fototessere, di biglietti per i trasporto pubblico. Ne riceviamo in cambio, violenza, sporcizia, contagio da malattie che avevamo da tempo debellato, come la tubercolosi, la scabbia, ed ora sta affacciandosi all’Europa anche la micidiale ebola.  Intanto molte famiglie italiane dormono in macchina (se ancora la posseggono) e, cosí i nostri pensionati con pensione miserrima, per cibarsi devono rivolgersi alla Caritas o rovistare nel cassonetti dei rifiuti ( cosa questa che i “ Signori Immigrati Clandestini “ non hanno certo necessitá di fare. La prioritá assistenziale non viene riconosciuta agli italiani, ma viene elargita a piena mano agli invasori. In questi giorni alcune caserme dismesse, a Roma, a Milano, a Torino vengono restituite dal Ministero della Difesa ai comuni perché questi le possano riconvertire agli usi civili: vedremo se con qualche espediente gli istrioni della politica, i santoni alla Alfano, non sapranno trovare il modo di utilizzarle per i “ Signori Immigrati Clandestini “. Non sono né xenofobo né razzista, ma sono un italiano desideroso che assistenza sociale e sanitaria , benefici economici, dignitosa esistenza, fossero intesi e resi come prioritá assoluta ed incondizionata agli italiani meno abbienti, poi, se la pecunia avanza, nulla osta che la si possa evolvere anche agli immigrati purché “conditio sine qua non “  non siano clandestini ed abbiano i documenti in regola.

Altro aspetto per i quali i nostrani istrioni politico-governativi rifulgono in una valenza verbale tanto epidittica quanto fasulla , è la propensione, o meglio, la missionaria dedizione alla salvaguardia dei (presunti) diritti dei carcerati, e qui il buonismo catto-comunista raggiunge il suo acme accompagnandosi al servile assoggettamento ai  “desiderata” europei. Sono riusciti ad inventarsi e a giustificare uno stipendio per i carcerati siano essi in custodia cautelare o definitiva, pari ai due terzi del minimo sindacale della corrispondente categoria lavorativa, purché assommino non meno di 78 giorni di lavoro annui. Di conseguenza l’INPS corrisponderà, per il rimanente periodo annuo di inattività lavorativa trovandoli disoccupati, una indennità di disoccupazione pari a circa 700 Euro/anno.  Un carcerato costa alla collettivitá 90-100 mila Euro all’anno dal che si desume che questa viene offesa per ben due volte: la prima quando subisce l’atto criminoso, la seconda quando viene condannata a pagare il mantenimento del criminale incarcerato, autore del crimine. Qualora poi il sovraffollamento delle patrie galere raggiunga livelli insopportabili, gli italici istrioni al governo dichiarando indignitosa quella situazione carceraria offensiva per i “diritti dell’uomo” non trovano di meglio che liberarne qualche migliaia, alla faccia della dignitá e dei diritti delle persone da quelli offese.

La follia distruttiva di questi istrioni, ancorché non sia frutto di precisi calcoli di opportunità politica e partitica in perfetta sintonia con le esternazioni della Chiesa e con i suoi piú tenebrosi disegni, sta spingendo l’Italia sull’orlo di un baratro nel quale ondeggiano sinistri simboli di rivolta, di distruzione e di morte. L’aver voluto l’Italia fautrice e partecipe di una Unione Europea nel surreale ed utopistico progetto di creare gli “Stati Uniti d’Europa” malamente scimmiottando gli Stati Uniti d’America, non solo denota ignoranza e noncuranza della storia dei popoli, della specificità filologica di linguaggi come sinonimi identitari dei singoli popoli, del tragico destino della biblica Babele, ma anche stigmatizza la pulsione e la predisposizione al vassallaggio, al servilismo verso stati europei che storicamente ci hanno dominato e massacrato.

Come la Svizzera avremmo potuto essere un’Italia neutrale autonoma ed indipendente se solo avessimo proseguito sul percorso indicato dal Risorgimento al termine delle guerre d’indipendenza, se solo non ci fossimo fatti irretire da folli demagogie che, sia pure in veste e forma diversa, tutt’ora ci opprimono.

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