Giá si spengono le luci, giá si affievoliscono le voci, giá i principali quotidiani e i notiziari delle televisioni stanno per dimenticare, se non l’hanno giá fatto, il Maró Massimiliano Latorre che due anni e mezzo di ingiustificata detenzione in India hanno duramente colpito nel fisico ( per fortuna il suo morale di soldato è ancora alto ) ed il suo compagno di sventura Salvatore Girone. L’interesse per l’inseguimento e l’esaltazione del profitto sia esso venale: di quattrini per dirla chiara; o arrivismo politico: di suggestioni da fata Morgana artatamente prodotte dai piloti del sistema per dirla in modo altrettanto chiaro, plasmano moralitá e sentimenti in perpetui atrofici dimorfismi. La morale e il sentimento di oggi saranno, domani, oggetto di paleontologico stupore. Staremo quindi a vedere a quanto e a cosa corrispondano nella realtà di domani i propositi e i programmi strombazzati oggi dai ministri Federica Mogherini e Roberta Pinotti con “ l’imprimitur ” del Presidente Matteo Renzi per un risoluzione, ormai non piú onorevole perché tardiva, della vicenda dei due Maró. Vicenda alla quale fanno corona vergognosi commenti di persone che nell’insulto gratuito e immotivato, nell’evidente ignoranza delle regole d’ingaggio e della sequenza dinamica dei fatti scatenanti, nell’arroganza di un lessico pur anche strampalato, denotano immaturità, frustrazione, qualunquismo, in un’apoteosi nihilista in orrore, credo, persino al giacobinismo anarchico. In particolare qui mi riferisco ad un commento di una certa signora Anna Magnabosco fatta a margine di un Post della “ Padania “ del 3 u.s. dal titolo “ Stop alle missioni se non ci ridate i Maró “ . Al di lá dell’essere e non essere leghista, la vicenda dei Maró trascende ogni personale ideologia, collocandosi invece in ambito di diritto legale internazionale al quale attengono le regole convenzionali d’ingaggio. Per non parlare poi del diritto ad un giusto e rapido processo che l’India, con la subdola arroganza di un ex colonia inglese mai culturalmente e moralmente progredita e con la meschina furbizia degli “ arricchiti” ha sempre negato, sentendosi fortificata dalla pavidità e dalla titubanza dei governi italiani, Matteo Renzi compreso.
Tutti coloro che con l’insulto e il turpiloquio pensano di rafforzare il proprio pensiero non fanno che divulgare l’esiguitá della propria intelligenza e il miserevole stato della propria morale. Sprofondati in un’ossesiva fobia critica verso una società inappagante le loro aspirazioni ed i loro sogni, sfogano il loro malumore e la loro frustrazione versando il loro rancore su chi nella dignitá della divisa e per l’onore della bandiera non scenderá mai ai loro livelli. Per costoro il Tricolore è lo straccio da sventolare nelle curve tumultuose degli stadi, è il vessillo gregario da brandire dietro i simboli di sindacati e di partiti nelle loro chiassose, disordinate sfilate.
Magistratura, Esercito, Carabinieri, Polizia, istituzioni che illuminano d’onore la Repubblica Italiana sovente rabberciando gli strappi alla dignitá nazionale fatti dalla casta politica, nel silente quotidiano agire del loro mandato, sovente pongono la vita per la libertá ed il bene di tutti. Non ritengo possibile, ammissibile, giustificabile, negare rispetto ed onore a chi porta le stellette, negare difesa ad oltranza qualora la fatalitá e l’avversa fortuna ne compromettano la serena esistenza.