Ill.mo Sig. Presidente,
mi voglia perdonare se in prosecuzione della mia mail del 15 Marzo scorso e a distanza di un mese Le scrivo sullo stesso argomento ma, mi creda, chi ancora si onora di essere italiano (pochi, tanti ?) non puó dimenticare il calvario dei nostri due soldati Salvatore Girone e Massimiliano Latorre da oltre due anni detenuti illegalmente in India, non puó fingere che l’ azione di quello stato-canaglia oltre che un’offesa a quelle persone e alla divisa che portano non sia palese offesa alla bandiera Italiana.
Noi Italiani, almeno quei pochi ancora legati a preistorici sentimenti, siamo sconcertati dal silenzio delle Istituzioni su questa incresciosa ed umiliante vicenda, da quando il competente Ministero ci fece sapere con un laconico comunicato stampa che la giustizia indiana aveva ulteriormente fatto slittare il processo a luglio. Da allora, quali passi ha fatto l’Italia per scuotersi di dosso il disprezzo ed il dileggio che il mondo intero ci ha riservato per la nostra codardía ? Perché stupirsi degli ironici sorrisi che con sguardi d’intesa i governanti di altri paesi europei si scambiano quando, in conferenza, parlano dell’ Italia? Ci siamo appiattiti sulle decisioni indiane come bambini pavidi e sgomenti e, nell’ assordante silenzio delle Istituzioni e della stampa (sappiamo tuttiche quest’ultima è prezzolata) aspettiamo sperando nell’improbabile giustizia indiana, sia nella labilità della memoria Italiana.
Signor Presidente, io capisco benissimo la grande importanza degli innumerevoli impegni che La oberano, capisco che urgenti programmi d’innovazione come le Riforme o la Spending Review impongano primaria attenzione, ma so anche per certo che l’onore della Patria e della Bandiera non possono essere secondi ad alcunché. Si puó benissimo essere Europei convinti senza peraltro dimenticare di essere, prima di tutto, Italiani. Chi trascura, dimentica, rinnega, le proprie origini, la propria storia, il proprio essere nel divenire del processo democratico cassando dalla memoria l’epopea risorgimentale che ci ha donato una Patria, il sangue versato dai nostri padri nelle due ultime guerre per darci libertá e democrazia, non potrá che avere un futuro di vergogna e di miseria morale.
Signor Presidente, sproni i suoi Ministri affinché intensifichino l’ azione per riportarci in Patria i nostri due Maró, non consenta che una catarsi di pietra avvolga e soffochi negli italiani onore e dignità, impersonificandoli nella bella statua, LA NOTTE, che Michelangelo Buonarroti pose sul sarcofago della tomba di Giuliano de’ Medici, in San Lorenzo a Firenze, che Lei da Fiorentino doc ben conosce, alla quale fece dire:
“ Grato m’è il sonno, e piú l’esser di sasso
infin che il danno e la vergogna dura.
Non veder, non sentir m’è gran ventura,
peró non mi svegliar, deh parla basso”
Accolga i miei piú deferenti saluti, Signor Presidente.
15 Aprile 2014