MATTEO RENZI: lettera aperta

 
Ill.mo Sig. Presidente,

io non so se mai i suoi addetti stampa Le faranno leggere questa mia, perchè mi rendo ben conto che la flebile voce di un Nessuno difficilmente può farsi strada nel rumore dei palazzi del potere, visti gli assillanti impegni nazionali ed internazionali che La incalzano da ogni lato, tuttavia la questione mi appare di tale importanza da non potersi collocare in  secondo piano. Mi riferisco al mortificante calvario dei nostri due sodati, i Marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Con amarezza e disappunto devo notare un allentamento dell’attenzione al problema da parte della stampa Italiana, anche se capisco che per i suoi pennivendoli ci sono più polpose retribuzioni su altri argomenti di cronaca politica e sociale. Ma per un Italiano quale io voglio continuare ad onorarmi di essere, la dignità e l’onore della Patria ( che parola orribilmente anacronistica é mai questa ? ) precedono qualsiasi altra questione. Il vergognoso comportamento del non mai sufficientemente deprecato ed esecrato governo Monti ha gettato tale un discredito ed un ridicolo sull’Italia da porla nell’opinione internazionale al vertice delle rappresentazioni farsesche e carnevalesche. Abbiamo consentito che un’accozzaglia di realtà tribali, di indefiniti ed incensibili paria, l’ India, si prendesse gioco di noi imprigionando illegalmente ed in contrasto con la regole internazionali d’ingaggio due nostri soldati in servizio di tutela di interssi internazionali.
Recentemente sembrava che stampa e televisione si fossero riappropriate del problema, e che la politica italiana stringesse da presso l’ Unione Europea per obbligare l’ India a restituirci, ipso facto, i nostri due soldati.  E’ stato un fuoco di paglia? Signor Presidente, già con la mia precedente mail del 26 Febbraio scorso, titolata MATTEO RENZI: UN BUON INIZIO, io mi ero permesso pur nella pochezza del mio Nessuno di sollecitare la sua attenzione a questo riguardo, anche perchè, ormai disincantato, mi era e mi é purtroppo nota la labilità della memoria degli Italiani, ai quali basta ammannire una partita di calcio e la buonistica visione del Papa, per renderli tutti felici e festanti.
Signor Presidente, faccia sentire la sua voce e batta i pugni sui tavoli dei palazzi europei del potere, cerchi anche di coinvolgere la potente America dato che l’operazione alla quale erano addetti i nostri due soldati era di portata globale, e non voglia deludere quei tanti Nessuno che ancora si ostinano a credere in una Patria libera e rispettata: ci riporti a casa i nostri due Marò.
      Fiducioso, Le porgo i più deferenti saluti.
                                                                                  Luigi Cesareni
P.S.: se ne avesse tempo tempo e voglia mi può leggere sul mio blog:  www.cesareniluigi.it
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