MATTEO RENZI : ILLUSIONE E VERGOGNA

Giá in un precedente articolo avevo manifestato gravi dubbi sull’operato e sulle scelte del Presidente Matteo Renzi in tema di politica internazionale ( dato l’assoluto disinteresse per la vicenda Maró detenuti in India e per la disastrosa gestione dell’immigrazione clandestina ) ma ora vista la pervicacia da lui adottata nel sostenere la candidatura di Federica Mogherini alla poltrona di “Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera e di sicurezza “, con veemenza devo evidenziare l’inadeguata sua presenza nella “ Res publica “ italiana. Che egli prosegua con fermezza il cammino alle riforme istituzionali, costituzionali ed a quelle del lavoro non implica che debba dimenticare altrettanto importantissime incombenze come quelle due sopra citate.

La scelta della scialba ed inesperta Mogherini, giá dimostratasi infelice per l’attuale incarico di ministro degli Esteri del nostro governo ( la vicenda Maró ne é specchio ) accoppiata al dicastero della difesa assegnato al ministro Roberta Pinotti, fatta dal Presidente Renzi in ossequio alla parità di genere del “politically correct” per ottenere facili suffragi dal pubblico femminile e femminista, esprime una visione miope dei futuri sviluppi politici internazionali ancorandoli a un preciso calcolo elettorale di comodo. L’opposizione di ben 11 nazioni dell’Unione Europea alla nomina dell’on. Mogherini chiarisce benissimo i dubbi e la diffidenza nonostante la ridondante facondia di Matteo Renzi nel supportare oltre ogni limite questa candidatura. Talmente oltre ogni limite da prospettare l’alternativa “ horribile dictu “ di una cariatide della casta politica italiana, l’on Massimo D’Alema, con questo dimostrando una sua acquiescenza a un veterocomunismo che si sperava morto e sepolto. Pare quasi un ricatto.

Qualora poi si volesse guardare al suo ciarliero alleato, l’on. Angelino Alfano, che è solo capace di lanciare appelli all’Europa per il contrasto all’immigrazione clandestina non rimane che prendere atto della politica fallimentare del Presidente Matteo Renzi, concentratissimo alle varie riforme che fanno ascolto ( in particolare quelle sul lavoro) e quindi gli creano consensi stante le difficoltà economiche delle famiglie italiane. Francia. Svizzera, Austria, respingono i clandestini appena varcano il loro confine e ce li rispediscono senza tanti complimenti; noi, al contrario, spendiamo milioni di euro per recuperarli, vivi o morti, dal mare, per mantenerli a casa nostra perché nullafacenti, per curarli nei nostri ospedali, ricevendone in cambio sporcizia, arroganza e violenza, per non parlare delle malattie infettive come la TBC che stanno diffondendo. Qualora poi tra gli invasori si celino estremisti islamici jihadisti ( cosa che l’Angelino nazionale ha detto di non escludere) pronti a portare il terrorismo e la morte nella terra italiana, a Matteo Renzi e al suo governo non puó importare di meno.

A chi dissente dal loro operato sanno opporre, con manifesta suipsitá, la solita insignificante frase: “ ognuno si assumerà le proprie responsabilitá “ perfettamente consapevoli della loro impunitá in caso di catastrofe e fiduciosi nella capacitá di riciclarsi tra le spire di una politica illiberale e liberticida. Matteo Renzi, ancorché riesca vittorioso nelle sue politiche di riforma, ha fallito come Presidente del Consiglio attorniandosi di ministri inesperti, neghittosi, incapaci; come uomo per non aver saputo percepire e cogliere il disagio sociale nei rapporti interpersonali del suo popolo; come italiano per non aver nemmeno tentato di onorare la Bandiera Italiana, proteggere i militari italiani, salvaguardare la nostra terra dalle invasioni oltraggiose dei barbari.

Il continuo rifarsi a un’Europa piú che altro dagli italiani percepita come ente astratto perché in essa convivono lingue, tradizioni, storia, realtà diversissime tra loro ancorché non contrastanti, non puó che eternare nel nostro popolo la sensazione di isolamento, di dileggio che permangono nonostante la “ elata vox “ dei nostri poilitici che non perdono occasione di dichiarare che: “ Noi siamo un grande Paese “. Prima di essere europei bisogna essere e sentirsi orgogliosamente italiani e dimostrarlo.

 

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