MARÓ: L’ODIOSO RICATTO

L’estremo disgusto che provo nel riaffrontare questa vicenda è pari al senso di frustrazione, di vergogna, di indignazione per l’inqualificabile comportamento dei vari governi italiani che si sono succeduti dal Febbraio 2012, ed al senso di repulsione, o meglio di odio che mi pervade nei confronti dell’India e del popolo indiano.  L’Italia ha manifestato tutta la sua fragilitá e incoerenza e codardia nella gestione umiliante del contenzioso con l’india, fallimentare fin dall’esordio lasciando alla mercé del criminale governo indiano i nostri due soldati Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Tutt’oggi con il nefasto governo Renzi, per lo piú composto da merciaioli, ciarlatani, millantatori, ulteriormente ci esponiamo al ridicolo internazionale con la maschera di Arlecchino e la prosopopea del dott. Balanzone. L’India con il comportamento tipico del servo  anzitempo affrancato dal colonialismo, quindi affetto da sentimenti revanscisti ma pavidi verso il vecchio padrone e nel contempo baldanzosi verso i timorosi, intrallazzando il diritto internazionale e l’iter giudiziario con equivoche argomentazioni e con l’ipocrisia strisciante del “villan rifatto”  tesse subdolamente la tela infame che prelude alla piú tragica conclusione della vicenda Maró.

Il disegno è chiaro e solo la mente del Premier imbonitore da fiera che nella faziositá politica estrinseca il suo ruolo ne puó equivocare. Protrarre al 7 Luglio prossimo l’avvìo degli atti processuali in modo da poter concretizzare l’odioso ricatto all’Italia ponendo la scelta, criminale nel principio e nel merito, ma comunque per l’India vincente: rispedire in India Massimiliano Latorre ( tra breve scadranno i tre mesi di proroga concessi per le cure mediche in Italia ) in modo da poterne disporre a piacimento tenuto conto che nel frattempo si è rifatta viva la NIA ( National Investigating Agency) che all’art. 3 del SUA Act (Suppression of Unlawful Acts against Safety of Maritime Navigation and Fixed Plattforms on Continental Shelf Act = legge contro il terrorismo marittimo ) prevede la pena di morte,  oppure trattenere in Italia Massimiliano Latorre lasciando quindi nelle mani del criminale e carnefice governo indiano Salvatore Girone con inimmaginabili conseguenze nella violazione dei diritti umani.

L’Italia, incapace di risolvere da sé il problema, si è appellata alle Nazioni Unite  ma il pacioso Segretario Generale ONU, Ban-Ki-moon ha dichiarato il 11.02.2014 che la questione riguarda i rapporti bilaterali Italia-India  e quindi praticamente se ne lava le mani pur dicendosi preoccupato del contenzioso tra due stati membri dell’ONU. Ecco allora intervenire, il 26.02.2014 il noto lucomone ed archimandrita della politica italiana Matteo Renzi che, dopo aver avocato a sé la gestione della vicenda Maró di fatto esautorando il Ministro degli Esteri Gentiloni ed il Ministro della difesa Roberta Pinotti ( per carità di patria volutamente dimentico l’altra insignificante femminella la neo lady Pesc Federica Mogherini voluta da Renzi in ossequio alla parità di genere ma in disprezzo dei caratteri culturali e carismatici inscindibili da tale carica) in un delirio di presunzione e di supponenza raccomanda a Ban Ki-moon di sollecitare alle Nazioni Unite  il massimo impegno per la risoluzione rapida della vicenda.  Sempre il 26 Febbraio il Ministro Roberta Pinotti  solleva la questione nella riunione ministeriale della NATO a Bruxelles raccogliendo ampie dichiarazioni di solidarietá da parte dei paesi partecipanti  ( sic et simpliciter sed nihil aliud ). Ciarle, solo ciarle. Il Parlamento Europeo in data in data 15.01.2015 approva la risoluzione che auspica la soluzione del contenzioso tra Italia e India e chiede il rimpatrio dei due Maró per “ grave violazione dei loro diritti umani “ caldeggiando un arbitrato internazionale. La Corte Suprema Indiana in una nota lel 16.01.2015 disapprova che il Parlamento Europeo abbia approvato la suddetta risoluzione.

Da tutto questo emerge inequivocabile la protervia del governo di New Delhi e della Corte Suprema Indiana che non hanno intenzione alcuna di riconsegnarci i nostri due Maró ma sbavano nel desiderio di suggere il sangue degli inermi. Piú volte in precedenti articoli avevo segnalato che le possibilitá di riavere in Patria Salvatore Girone e Massimiliano Latorre erano solo due: un blitz dei corpi speciali delle nostre Forze Armate da farsi dopo un preventivo rimpatrio del nostro Ambasciatore e di tutti gli italiani addetti ai vari Consolati sparsi sul territorio indiano onde evitare gli atti ritorsivi giá in precedenza applicati; oppure (sempre previo richiamo di Ambasciatore, consoli e relativo personale) arrestare ed imprigionare in regime di carcere duro ed in isolamento totale, l’Ambasciatore ed i Consoli indiani con tutto il loro personale indiano fin tanto che non ci vengano restituiti, incolumi, i nostri due Maró.  

Ora io mi chiedo dove e quale sia la voce delle molte associazioni pro Maró che per tanto tempo hanno imperversato su Facebook postando fotomontaggi tanto variopinti quanto inutili in gara per  la creazione piú appariscente e stucchevole; mi chiedo dove siano mai rintanate le varie associazioni d’arma sempre alacri nell’organizzare raduni e folcloristiche sfilate ma sorde e mute al dolore dei nostri due soldati ed all’umiliazione della nostra bandiera; mi chiedo dove siano e cosa facciano tutti quei Generali SME ( Stato Maggiore dell’Esercito ) oltre che presiedere alle parate militari al suono di trombe pifferi e timballi, ostentando il petto onusto di variopinti nastrini, medaglie ed orpelli vari. Mi chiedo se tra tutti questi Generali non ce ne sia uno, uno solo, che sappia alzare veemente la voce in difesa dei suoi e nostri soldati, oppure se siano tutti talmente occupati a godersi i pingui stipendi e a non compromettersi la carriera, da abbandonarli a se stessi e alle voglie omicide di New Delhi e della Corte Suprema Indiana. Mi chiedo se tra tutti questi Generali non ce ne sia uno in grado di organizzare una rivolta armata avverso questo Governo e questo Stato fondati sull’ipocrisia sulla codardia e sul mercimonio

Non mi adeguerò mai a chi cela nell’anonimato e nell’ombra la sua viltá timoroso che un suo sussurrato dissenso ne comprometta gli averi; non celerò mai il mio disprezzo verso coloro che, facondi nel turpiloquio violento nelle chiacchiere da bar servilmente ammutoliscono nella pubblica  contestazione della dominanza politica..

Io non mi vergogno di essere italiano, ma non mi riconosco in quest’Italia di merciaioli codardi che la governano, non mi riconosco nelle faconde rodomontate del Premier, non mi riconosco nel finto buonismo del gesuita Bergoglio, ma solo abbraccio la mia bandiera, il Tricolore, nel commosso ricordo del sacrificio dei padri che lo hanno onorato, lacero e sanguinoso, attraverso tutte le guerre, dal Risorgimento ai tempi nostri.

Verró inquisito e condannato per vilipendio delle Istituzioni e per incitazione alla rivolta?  Sia pure !  A una acquiescente, pavida , posizione di comodo, preferisco la nefanda condanna dell’asservita magistratura italiana, unito nel martirio dei due Maró all’ombra del Tricolore.

 

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