L’INDIGNAZIONE DEI CODARDI – parte seconda

L’impatto emotivo, violentissimo, che ci coglie alla notizia di ogni nuovo massacro terroristico islamico, rafforza nella grande maggioranza dei popoli occidentali la convinzione dell’impossibile convivenza con l’Islam e del fallimento della società multietnica e multireligiosa sbraitata dalla sinistra internazionale, negazionista dei valori giudaico-cristiani, delle identità dei popoli, degli stati sovrani.  In Italia, paese contraddistinto dal piú grande e potente partito comunista d’Europa e dalla realtà distopica di una cittá-stato, il Vaticano, a quel partito sempre piú occhieggiante, è andato col tempo formandosi un’ideologia indefinibile per i labili ambigui confini, oserei dire esoterica, il “cattocomunismo” per l’appunto. Quivi si ritrovano, sotto varie sigle, i peggiori elementi delle due ideologie, per lo piú politicamente falliti ma non per questo meno pericolosi, anzi, all’opposto, forse anche piú insidiosi e pericolosi perché impersonificano il disfattismo e l’acrasía. Il peggiore rimane senza dubbio Papa Bergoglio che predica carità ed accoglienza sulla pelle altrui, dato che è noto che in Vaticano non è in alcun modo previsto il diritto di cittadinanza per lo “ jus soli “. È pleonastico sottolineare come nella sua azione pastorale, monotematica ed ossessiva sulla questione “migranti” assai raramente ci siano incursioni su altri temi, quali i diritti degli italiani meno abbienti, ma questo é comprensibile atteso che la sua formazione “culturale” Marxista lo spinge ad insidiare l’identitá, l’integritá ed il potere costituito di uno Stato sovrano quale è, o dovrebbe essere, l’Italia. Che poi si indigni, o finga di indignarsi, per i massacri perpetrati dal terrorismo islamico, appare  farisaica postura di facciata vista la sua reiterata apertura all’Islam, gli abbracci con gli imam, la sviscerato appoggio allo jus soli. Di tutto questo glie ne è assai grato il PD,  la sinistra internazionale, l’alta finanza globalizzata che per i propri loschi affari persegue la destabilizzazione di uno Stato sovrano: l’Italia, stante la sua debolezza e frammentazione politica.

Gli tengono bordone le piú svariate entità: il quotidiano della CEI  “Avvenire” con i suoi faziosi scribacchini affratellati ai “giornalai” radical-chic di “Repubblica”, il rancoroso pseudo-intellettuale Roberto Saviano, le testate televisive (anche di Mediaset) che un giorno si e l’altro pure ci propongono come oro colato le piú lapalissiane o fuovianti esternazioni di Bergoglio, la presidente della Camera Laura Boldrini che non perde occasione di manifestare la sua anti-italianitá, i centri sociali putrido coacervo di asociali, sovversivi, anarchici, nullafacenti, intellettualoidi falliti nello studio nel lavoro o nell’attivitá politica. In tutto questo desolante contesto l’unica espressione ricorrente tra i media e da chi ci governa è: “siamo in guerra”  riferita ai massacri del terrorismo islamico. Solo che la guerra noi la stiamo subendo e, salvo tante chiacchiere e proclami (di Renziana matrice) restiamo inerti nell’attesa della prossima mattanza, mentre  il prete Bergoglio e Paolo Gentiloni e Matteo Renzi e Laura Boldrini inneggiano allo jus soli. Accettiamo senza fiatare le sempre piú frequenti intromissioni di Bergoglio negli affari interni e nella politica dello Stato Italiano, tanto piú illecite quanto piú lesive della sua sovranitá, della dignità e dell’identitá storica, culturale, etnica del popolo italiano. Nel contempo permane l’assedio delle nostre cittá da parte di barbari invasori che lordano, offendono, stuprano e commettono ogni sorta di reati, sempre giustificati e ben protetti da leggi minimaliste e discriminanti riguardo agli italiani: per gli invasori solo diritti, per gli italiani solo doveri.

È sotto gli occhi di tutti che lo stragismo islamico è principalmente ad opera di jihadisti marocchini e che i predicatori d’odio sono per lo piú imam marocchini che fanno proselitismo per lo stragismo nelle carceri, nelle moschee, nei centri culturali islamici, nei centri d’accoglienza nei quali approdano migliaia di rabbiosi e violenti trogloditi asociali, quindi lascia esterrefatti la constatazione che il governo non abbia ancora blindato le frontiere nei confronti dei provenienti dal Marocco mediante l’annullamento degli accordi di Shengen con quel paese ed espulso, in via preventiva con rimpatrio coatto, tutti gli imam marocchini. Al contrario, tutti solidali con i Bergoglio, i Galantino, i “pasdaran” della CEI, i pennivendoli di Avvenire e Repubblica, a reclamare diritti, mai bastevoli, per le orde dei vandali invasori, auspicando per lo piú l’approvazione della legge sullo jus soli. Poi si professano addolorati e indignati per le stragi degli innocenti.

I tempi socio-politici sono ormai maturi per porre un bavaglio alle ingerenze del Vaticano e del suo capo-bastone nella realtà socio-politica Italiana ed è oltremodo auspicabile che un prossimo governo scaturito da libere e democratiche elezioni vi ponga mano con severa determinazione. Non c’è nulla da inventare: basta solo abrogare unilateralmente i nefasti Patti Lateranensi scaturiti dagli accordi tra Stato e Chiesa nel febbraio del 1929 per la purtroppo miope visione politica di Benito Mussolini che ne appose la firma. Questi scellerati patti, tutti ad esclusivo vantaggio della Chiesa segnatamente in provvidenze economiche, di proprietá immobiliari inalienabili, di diritto in materia  di matrimonio e divorzio, di riconosciuta  indipendenza del Vaticano da allora denominato “Stato della Cittá del Vaticano“ aprirono la strada a sempre nuove pretese e provvidenze economiche a vantaggio del clero cattolico e di pastoie costituzionali per eternare i diritti acquisiti. In definitiva buona parte dei privilegi della Chiesa vigenti con l’ultimo Papa Re, Pio IX, azzerati a seguito delle vittoriose Guerre di Indipendenza e delle azioni congiunte di Camillo Benso di Cavour e del re sabaudo Vittorio Emanule II e cassati prima dalla legge Siccardi (1850), poi dalla legge Rattazzi (1855) e dalla definiva legge  delle Guarentigie (1871), furono ripristinati nel 1929 con la stipula dei famigerati “Patti Lateranensi”: e tuttora ne portiamo le conseguenze.

Fermo restando l’indiscutibile principio che il Papa e la Chiesa tutta hanno assoluto ed esclusivo diritto-dovere di occuparsi di tutto ció che attiene alla spiritualità nella concezione metafisica ed escatologica dell’essere; che lo Stato Italiano deve garantire che i simboli religiosi (Crocifisso o altre immagini sacre) permangano inamovibili in ogni sala o aula o ufficio della pubblica amministrazione, in riconoscimento ed affermazione della nostra identità e cultura giudaico-cristiana (e questo da sempre lo affermo pur da ateo agnostico quale sono) che  a nessuno sia mai concesso di offendere o posporre ad altre religioni; ferma restando la libertá di culto per altre confessioni religiose come previsto dalla Costituzione, purché queste non offendano o non interferiscano con il culto cristiano-cattolico dei credenti occidentali, ogni interferenza o ingerenza della Chiesa nella politica economica, nella politica interna ed estera dello Stato Italiano deve essere giuridicamente vietata e pesantemente repressa in via legale civile e penale. Abrogati quindi che siano i “Patti Lateranensi”, con un balzo nel tempo e nella storia, si ritorni ad una parziale applicazione della “Legge Siccardi” almeno per quanto concerne le proprietá immobiliari e la relativa tassazione e la vigilanza da parte dello Stato sulla predicazione della Chiesa. In conclusione, il Vaticano deve decadere da Stato sovrano e pur ottenendo riconoscimento di Regione autonoma (come il Trentino-Alto Adige o la Sicilia) divenga parte integrante dello Stato Italiano, assoggettato alle sue leggi.

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