LETTERA APERTA A GIORGIA MELONI

Onorevole Giorgia Meloni,

                                          in quest’epoca travagliata ed oppressa da un morbo subdolo e letale che affligge l’umanitá intera, il pensiero corre sovente a quelle morti desolate e prive del conforto di una mano amorevole e vorrebbe non piú dare spazio a sentimenti che non siano la pietá e il cordoglio. Il male ha colpito tanto piú pesantemente quanto piú alta era l’illusoria sicurezza indotta nei popoli dal progresso scientifico di una civiltà opulenta. Ha cosí trovato terreno fertile in una società psicologicamente impreparata e tecnicamente inadeguata ad affrontare in tempi rapidi l’enorme sfida che sicuramente l’uomo vincerà ma il prezzo pagato è e sará elevatissimo. Lo spirito affranto saprá trovare nuovo vigore e, seppelliti i morti ma memori del crudele insegnamento, potremo riappropriarci del nostro futuro che peró fin d’ora bisogna disegnare. Il riemergere dai lutti e dalle rovine causate dall’orrido mostro nei corpi e nelle anime delle genti sará per tutti faticoso e nulla sará piú come prima: ma risorgeremo.

L’Italia è forse, tra le nazioni europee, quella in maggiori difficoltà sia per la frammentazione politica ed  i conseguenti dissidi interni avulsi da ogni logica  ma intrisi di faziosità fine a se stessa, sia per l’asservimento all’Unione Europea che nell’alta finanza della sinistra internazionale globalista trova motore ed energie per alimentare il novello Soviet simil-bolscevico istituzionalizzato a Bruxelles. Un Soviet che parimenti a quello bolscevico impone agli Stati asserviti e dominati comportamenti, regole e leggi che spaziano dai rapporti economici internazionali, alla sicurezza interna ed esterna, ai codici civile e penale, alle regole di mercato sulla strutturazione della domanda agroalimentare, sui metodi ed obiettivi dell’educazione ed istruzione scolastica, sui legami familiari, sulla genitorialità e sulla liceità di assassinare il feto nel grembo materno, e via discorrendo sul lunghissimo elenco. In buona sostanza il Soviet Europeo, proprio come il Soviet bolscevico-leninista, tende a spogliarci della nostra sovranità formulando leggi volte a distruggere la nostra identità giudaico-cristiana, la nostra coscienza ed identità storica e culturale imponendoci società multietniche e multiculturali e rapporti parentali innaturali e distopici. Il Soviet Europeo ci attanaglia alla gola imponendoci patti scellerati come il MES o patto di stabilità che se accettati ed attuati determinerebbero la fine della nostra industria e l’immiserimento generale.

Onorevole Giorgia Meloni, da troppo tempo gli italiani vivono disorientati e confusi per un politica di sinistra asservita alla sinistra internazionale che nel dettato dell’alta finanza globalista impone il raggiungimento del pensiero unico del nuovo ordine mondiale: i primi passi di questo scellerato disegno li vediamo concretizzati nel Soviet di Bruxelles. Qui la grande attenzione è riservata alle grandi banche; qui gli stati politicamente piú deboli ed incerti sono  economicamente vessati; qui si decide la politica interna dei vari stati e si fanno e si disfano i governi. È difficile opporsi alla dittatura del Soviet se, come in Italia, governo e Presidente della Repubblica, figli della sinistra post-comunista e cattocomunista respirano l’alito ammorbante di Bruxelles.

Chiarissima Signora, i patrioti italiani, raccolti sotto il Tricolore ed il vessillo di Fratelli d’Italia guardano a Lei come promotrice ed artefice del Nuovo Risorgimento Italiano nel quale i millenari valori trasmessi dalle radici giudaico-cristiane, dalla nostra identità storica ed antropica, dalla nostra cultura, siano sacri ed inalienabili; nel quale la famiglia naturale composta sa un uomo da una donna e dei loro figli sia il fondamento della società;  nel quale i valori risorgimentali e tutta la bibliografia ad essi connessa siano materia di studio approfondito nelle scuole di ogni ordine e grado; nel quale la follia criminale del Gender sia posta al di fuori dell’ordinamento civile e penalmente condannata; nel quale i confini di terra e di mare siano invalicabili per chiunque si appresti a farlo clandestinamente provocando cosí una durissima risposta militare;  nel quale i rapporti con una nuova e democratica Unione Europea fondata su una confederazione di Stati sovrani siano di mutua assistenza e condivisione nella difesa dei confini esterni dell’Europa; nel quale sia totalmente esclusa la possibilità di ingerenze estere nella politica economica e commerciale e industriale italiana.

L’illuso illusionista Altiero Spinelli fu uno dei padri fondatori dell’attuale Unione Europea e strenuo difensore dell’integrazione sovranazionale ed accanito nemico degli Stati sovrani come dichiarato nel Manifesto di Ventotene redatto nel 1941 con Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Costoro, naufragati in un’utopia paradossale, caldeggiarono la teoria che per evitare nuove guerre in Europa e nuovi totalitarismi si dovesse creare un potere sovranazionale che finí poi con l’ispirare quella nefasta bulimia di potere che dal trattato di Maastricht contraddistingue l’Unione Europea come il nuovo Soviet totalitarista. A causa e per colpa di Altiero Spinelli (e soci) e del suo nebuloso Manifesto di Ventotene sono nati tutti quei trattati che da Maastricht compreso in poi, complice il cattocomunismo di Aldo Moro con il suo ossimoro delle “convergenze parallele”  e di quel flaccido e soporifero professore bolognese, hanno relegato l’Italia nel servile vassallaggio del Soviet Europeo. I patrioti italiani, molti per decenni dormienti ma oggi risvegliati, vedono in Lei, onorevole Giorgia Meloni, e traggono da Lei il coraggio e l’insegnamento per il riscatto dell’Italia. Furono pochi i patrioti che a prezzo di enormi sacrifici di lacrime e di sangue lottarono nell’epopea risorgimentale  e conseguirono l’unitá d’Italia e tra di essi molte donne di ogni ceto sociale che per determinazione e coraggio non furono seconde agli uomini migliori e Lei, Signora, degnamente le rappresenta alla guida dei patrioti del Tricolore.

Mi piace ricordare, chiarissima Signora, le parole con le quali Oriana Fallaci descriveva quelle intrepide combattenti che non rinunciando alla loro femminilità “ andavano in battaglia con il sottanone lungo fino ai piedi, il fucile ed il cappellino”.

Un saluto, il piú rispettoso, con l’augurio piú fervido per il conseguimento dei piú alti obiettivi.

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