La Presidente della Camera Laura Boldrini ( ma i colleghi della sua congrega politica non divergono ) non perde occasione per magnificare i valori che, secondo lei, le orde di parassiti che stanno invadendo la nostra terra ci portano, in termini di incremento demografico, di societá multietnica, multiculturale, multi religiosa. A prescindere dal fatto che io fatico moltissimo a trovare vantaggio alcuno nel degrado che le miserrime popolazioni di migranti clandestini, di rom, ci portano e che al contrario noto con disappunto il gravame economico che per noi italiani ne deriva per il mantenimento di costoro, e con disappunto ancora maggiore pavento la trasformazione degli italiani in un popolo di meticci, mi piacerebbe sapere quali vantaggi culturali e religiosi l’esimia Presidente pensa possano incrementare la nostra millenaria cultura umanistica e non solo, con l’avvento dell’Islam. La stragrande maggioranza dei clandestini che sbarcano nei nostri porti o che invadono l’Italia per vie di terra è di fede islamica e solo dal Corano e dalla parte piú violenta di esso, visto lo scarsissimo senso sociale e l’assoluta ignoranza delle regole democratiche e civili, trovano il fondamento della loro cultura e derivano la loro “ forma mentis “.
Detto questo, tanto per indagare un poco la ricchezza culturale islamica derivante dagli assunti coranici ( cultura alla quale l’Esimia vorrebbe coniugata la nostra ) mi permetto una rapida escursione nel “ Paradiso di Allah”, nel quale primeggia non certo l’esaltazione della cultura e della conoscenza e neppure il raggiungimento della perfezione nella concezione escatologica della palingenesi, bensí un profondo e dilagante erotismo esplicato in una sontuosa cornice di ricchezze appresso alle quali lo stesso re Mida parrebbe un poveraccio. Apprendiamo quindi dal Corano e dalle innumerevoli “ hadith “ ( raccolta delle rivelazioni di Maometto ai sommi teologi musulmani ) che nel paradiso di Allah si muove una moltitudine di uomini meritevoli ( i veri credenti musulmani) ognuno dei quali dispone, a detta del teologo Ibn Kathir nel suo Tafsir ( commento coranico con la hadith n° 2687 ) e da altri sommi teologi,“ di una dimora con ottantamila servi e settantadue mogli ” tutte perennemente vergini. Sulla indiscutibile veridicitá delle Hadith riguardo a Maometto concordano tutti i massimi teologi ortodossi musulmani a partire dal piú famoso: al Ghazali. La cosa piú sorprendente e che rende tutto l’impianto coranico e le hadith fasulli è la doviziosa descrizione delle peculiaritá muliebri delle 72 vergini ( houri ), descritte alte 60 cubiti ( 27,5 metri ) e larghe 7 cubiti (3,2 metri ), tutte con organi sessuali estremamente sviluppati ed appetibili e perennemente arrapate, tanto quanto i loro rispettivi maschi che si ritrovano con un pene eternamente eretto, cosí da poterle “scopacchiare” in serie ininterrottamente, avendo ognuno di essi la forza di 100 uomini. Ogni uomo avrá le 72 vergini, mentre ogni donna avrá un solo uomo. Al di lá del fastidio e della noia che un pene eternamente eretto alle lunghe può dare, c’è da chiedersi come possa un uomo copulare in modo soddisfacente con una donna alta oltre 27 metri e larga oltre 3 metri. In estrema sintesi il paradiso di Allah si riduce a un paradiso sensuale, denso di erotismo, avulso da ogni afflato spirituale non essendo altro che l’idealizzazione e l’enfatizzazione dei massimi piaceri terreni irraggiungibili in vita, particolarmente per la moltitudine di pecorai, cammellieri, mercanti, tanto miserrimi quanto ignoranti ma facilmente suggestionabili da tante fandonie e indottrinabili in un cieco fanatismo. Lo stesso Maometto, mercante nato da mercanti nomadi, era analfabeta e non scrisse alcuna parte del Corano limitandosi a dettare le rivelazioni di Allah al suo cugino Alí o ad altri fedeli seguaci che fungevano da segretari.
Maometto, vissuto dal 570 al 632, ignorò completamente il sapere filosofico di Socrate, Platone, Aristotele tutti vissuti tra VI° e il III° secolo a. C. e quindi il problema della scienza nella storia del pensiero e le virtú dianoetiche aristoteliche (e nemmeno il pensiero dei filosofi dei primi secoli dopo Cristo suoi contemporanei) non poterono certo influire sulla sua formazione cultrale e religiosa, che rimaneva quella di un beduino illetterato ma ambizioso di potere ed in tale senso estrinsecò il suo essere inventandosi il Corano ed avviando un’epoca di conquiste e di violenza nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso, epoca tuttora in corso.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano del paradiso di Allah le innumerevoli combattive femministe nostrane, a partire dall’esimia Laura Boldrini, all’idea di una pseudo-cultura che considera la donna solo come oggetto di proprietà e di piacere per l’uomo suo indiscutibile padrone. Detto tutto questo per precisare la valenza e il limite culturale della fede islamica, rimane insoluto ed insolubile il problema della sicurezza degli italiani, sempre piú alla mercé delle orde di migranti musulmani che per mare e per terra invadono l’Italia, con il connivente parere e placet del buonismo di sinistra e del Vaticano. Costoro, quivi giunti al miraggio d’una vita facile e prosperosa propalata dai media ( la televisione la vedono anche in Congo ), presto disillusi da una realtà economica critica e resi rabbiosi verso chi non li puó soddisfare, sono facile preda di un proselitismo jiadista e mano d’opera ideale per il terrorismo islamico, pronti ad agire alla prima occasione e all’ordine ricevuto.
Da parte mia non posso che avanzare un’ipotesi, per quel che puó valere: Chiudere tutte le moschee illegali pur lasciando accessibili ai credenti musulmani aventi cittadinanza italiana quelle ufficialmente riconosciute, nelle quali (ed anche nei locali di loro pertinenza ed a queste adiacenti siano pure scantinati e pollai ) sia installato un capillare sistema di monitoraggio audiovisivo in collegamento con le Forze dell’Ordine 24 ore su 24. Esigere, pena la chiusura e l’abbattimento della moschea, che tutte le predicazioni ed i colloqui ivi tenuti siano solo ed esclusivamente in italiano. Obbligare gli Imam a firmare settimanalmente la loro presenza nella cittá di residenza, presso la competente stazione di Polizia. Vietare agli Imam l’uscita dal territorio comunale di residenza, salvo dettagliata motivazione rilasciata alla locala stazione di Polizia che, a sua discrezione potrá rilasciare o negare un permesso di spostamento temporaneo. Istituire un albo provinciale, regionale e nazionale elencante numero degli Imam, loro dati anagrafici e luogo di residenza.
Se cosí non si fará temo che ben presto il governo Renzi, responsabile della politica distruttiva di sinistra, ben presto sará chiamato a rispondere dei danni arrecati ai beni ed alla vita degli italiani che nel ricorso alla rivolta popolare dovranno difendere la loro identità, la loro dignitá la loro cultura, il loro diritto ad esistere.
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