È di questi giorni la notizia che in Parlamento, per iniziativa del sottosegretario agli esteri Benedetto della Vedova, é stata indetta una raccolta di firme per la liberalizzazione controllata ( ? ) di coltivazione, uso e commercio di Cannabis ( marijuana ). Alla iniziativa hanno già aderito 218 parlamentari principalmente raccattati nelle file PD ma anche con larga partecipazione di SEL e M5S e qualche adesione da Forza Italia e Scelta Civica.. Il progetto si propone di legalizzarne la vendita nei negozi dei Monopoli di Stato, la coltivazione domestica in casa di 5 piante, la detenzione ( per i maggiorenni ) di 15 grammi, di autorizzare e la costituzione di “ cannabis social club “ per la coltivazione associativa di piante di cannabis. Da tutto questo sono esclusi i minorenni per i quali é previsto il divieto assoluto di utilizzarne anche in modeste quantitá visti ed accertati i gravissimi danni arrecati al cervello dei giovani. Non é mio proposito affrontare ed elencare in questa sede le molteplici patologie che dall’ansia alla schizofrenia colpiscono i fumatori di marjiuana poiché all’uopo ci sono dettagliatissime indagini e risultanze mediche, ma è invece mio intendimento indagare i disastrosi effetti che la perversa politica delle sinistre al governo arreca alla collettivitá italiana.
Detto questo mi piacerebbe sapere in quale modo e con quali mezzi l’ineffabile Benedetto della Vedova e con lui tutta la consorteria dei firmatari del progetto pro-cannabis pensa di evitarne l’uso da parte dei minorenni, assunto che nonostante i divieti non riescono nemmeno a debellare l’abuso dei supercoolici e a scoraggiare il tabagismo, ad impedire che le cosche mafiose traggano ulteriore profitto con la distribuzione ai minori di marjiuana sottocosto, ad evitare che i “ social cannabis club “ nascondano vere e proprie fumerie e luoghi di spaccio a dispetto della loro certificazione in enti senza scopo di lucro. Mi chiedo quindi se le motivazioni che hanno indotto l’allegro sottosegretario a promuovere la raccolta di firme sia dovuto ad un rigurgito di protagonismo, emulo del malauguratamente imperituro leader radicale Marco Pannella che dell’uso per lo spinello ha fatto entusiastiche campagne pubblicitarie, o non piuttosto che tutto il progetto rientri nell’ottica distruttiva delle politiche del Partito Democratico palesemente affascinato dalla ideologia Marxista-Leninista fautrice del dissolvimento di ogni valore morale ed individuale nel sognato raggiungimento del “ socialismo reale “. Sorprende inoltre che in un momento delicatissimo come è quello attuale per i noti problemi economici e le tensioni sociali che affliggono l’Italia e gli italiani, un parlamentare che ricopre una importante carica politica ed istituzionale non abbia altro da fare che dedicarsi ad un progetto di diffusione e legalizzazione di una droga: a meno che non abbia voluto aggiungere qualcosa di suo alle tensioni sociali in atto. I parlamentari PD, di SEL e M5S ( ma anche quelli di altre fazioni partitiche ) che hanno sottoscritto il progetto, ancora una volta dimostrano inadeguatezza alla gestione della “ res publica “ non fosse altro che per l’assoluta noncuranza della salute, mentale e non solo, degli italiani ed i particolare dei minorenni.
Capitolo cardine della politica distruttiva delle forze di sinistra al governo è quello relativo ai diritti civili degli omosessuali. Ben lungi da me è l’idea di criminalizzare l’omosessualitá poiché, pur nella repulsione di quell’atto, ritengo per certo che ognuno abbia il diritto di esprimere la propria sessualità secondo le proprie tendenze e pulsioni psicologiche e fisiche. Quello che trovo inaccettabile è la volgaritá che sovente accompagna e caratterizza lo svolgimento dei vari “ gay pride parade “ (manifestazione dell’orgoglio gay ) nell’esibizione di atti ed atteggiamenti che ancor prima di essere volgari sono espressione di indegnità sociale, di miseria mentale, di becero atto provocatorio. Riservatezza e pudore non albergano in questa moltitudine di fauna variopinta in aperto dileggio e disprezzo della stragrande maggioranza dell’umanitá e delle coppie eterosessuali che con riservatezza e rispetto vivono la loro sessualità. Da tempo è invalso l’uso di utilizzare l’aggettivo “ gay “ (felice) per definire l’omosessuale, forse a volerne raffinare ed ingentilire le tendenze, ma pur sempre di pederasti e di lesbiche si tratta e non è certo la terminologia inglese a nobilitare una sessualitá contro natura. Molti di costoro non sono tali per disfunzioni connaturate ma lo sono per la morbosa ricerca di un piacere diverso in atti innominabili che la ragione e la morale ripudiano.
Accade poi che alcune forze politiche tra le quali primeggiano Partito Democratico e SEL, come sempre quando si tratti di strumentalizzare alcunché sia pure un risvolto degradante della societá, gareggino nel tentativo di legalizzare i “matrimoni” tra pederasti e tra lesbiche: il sindaco di Roma, Ignazio Marino, è il disinvolto e ridanciano alfiere di questa parte di politica distruttiva. Parlare di “matrimonio” è in questo caso non solo un’aberrazione etimologica e filologica ( matrimonio deriva dal sostantivo latino: mater=genitrice e dal suffisso: munus=compito, dovere, traducibile in: dovere di essere madre; ma anche dal latino: mater ed dal greco: monos, significa: una sola madre ) ma è soprattutto un’aberrazione politica atteso che è solo prodromica alla legalizzazione dell’adozione di bambini da parte di coppie di pederasti e di lesbiche. Cosa se ne possano fare costoro di bambini strappati da orfanotrofi induce a gravi sospetti morali ed educativi. La pedofilìa è una piaga gravissima alla quale dovrebbe essere preclusa ogni possibilitá attuativa, sia pure ipotetica. Tutto questo peró non induce a riflessioni i politicanti di sinistra e tanto meno ne rallenta l’iter distruttivo della coscienza e della morale degli italiani.
Altro capitolo cardine della politica distruttiva delle forze governative di sinistra concerne i molteplici aspetti dell’immigrazione clandestina volutamente incontrollata e quindi devastante per la nostra sicurezza, cultura, identità nazionale. I fatti del Veneto con le contestazioni e la rivolta popolare di Eraclea e Quinto di Treviso, la rivolta popolare di Casale di San Nicola (Roma) per ora circoscritti sintomi di un disagio sociale al limite di ogni sopportazione, continuando l’invasioine e l’accoglienza ben presto si estenderanno a macchia d’olio sfociando in aperta rivolta popolare contro lo Stato. A farne le spese saranno gli immigrati stessi cacciati armi alla mano, ma sopra tutto gli italiani che, se privati cittadini si ritroveranno manganellati dalle Forze dell’Ordine, e Carabinieri e Poliziotti che contro voglia, per servire uno Stato Giuda e Caino, dovranno obbedire all’ordine del Funzionario zelante in carriera e manganellare senza pietà vecchi e donne accorsi a difendere i loro diritti e la loro casa. Non è difficile per chi ha un minimo di sensibilitá e coscienza immaginare il dramma interiore che sconvolse l’anima di quei Poliziotti che a Casale di San Nicola si rifiutarono di caricare ed è molto doloroso immedesimarsi in quel Poliziotto che piangeva assistendo all’urto della carica. Il disagio sociale, per altra via, potrá a tal punto colpire gli Agenti da creare in loro scompensi psicologici che potrebbero sfociare in atti gravissimi. Non bastano alle sinistre i suicidi dei Poliziotti: le forze di sinistra al governo esigono il sangue dei servitori dello Stato, e cosí facendo lo avranno, ma insieme a quelle forze politiche bisogna condannare senza attenuanti tutti coloro che strumentalizzano il disagio e l’umiliazione di quei cittadini per ottenere una loro visibilità politica: mi riferisco ai militanti di Casa Pound ed al saluto fascista ostentato da questa becera minoranza.
Il seguito in un prossimo articolo