L’IDENTITÁ E I RINNEGATI – parte prima

In quest’epoca di grandi sconvolgimenti geopolitici non deve passare inosservata o, peggio ancora, essere esclusa l’analisi critica del processo storico che ha portato il mondo occidentale alle pericolose tensioni con la realtá medio-orientale in un confronto di civiltá, progresso, religione, che sovente sono il fomite per avventure di guerra. I popoli occidentali in alcuni dei quali pare vada sfumando la consapevolezza della loro ereditá identitaria ( anche se talvolta in singoli individui essa è percepita istintivamente o a livello di subconscio ) nell’evolversi dei secoli, anche grazie ad essa, hanno sviluppato quel processo culturale-sociale-politico che li ha resi consapevoli e partecipi dei valori della democrazia. Oggi l’insensato dogma del “ politicamente corretto “ lo possiamo ravvisare a scapito del “ razionale e moralmente giusto “ quando  mistifica la valenza dei caratteri e dei richiami identitari-culturali di un popolo imputandolo di nazionalismo xenofobo.

Tutti i popoli occidentali hanno una comune matrice identitaria, il Cristianesimo, che pur nelle sue tante difficili e controverse fasi storiche ha saputo evolversi nella parola del Cristo che ad ognuno ha lasciato nel suo insegnamento e nel suo esempio la libera scelta del bene o del male, con questo affermando quei principii di libertá che sottendono l’arco del sentire e del sapere democratico. Se pur ateo io non posso non riconoscere nel Cristianesimo una filosofia  che estrapolata dalla tesi dottrinale e fideistica e superando i suoi propri dettami metafisici, ontologici ed etici, si propone a guida dell’umanitá nel suo divenire materiale e culturale.  Il Cristianesimo ebbe senza dubbio grande responsabilità nel crollo dell’impero romano avendone minate  pulsioni e  liceitá di asservimento delle genti,  ma appunto per questo è  scaturigine dei fondamenti democratici e libertari. Non si confonda il Cristianesimo inteso nella sua essenza di dottrina e filosofia originali, con quello reso deforme e mostruoso dal potere temporale della Chiesa, dai Papi sanguinari e merciaiuoli, dalla consorteria Vaticana che ancora oggi pratica il mercimonio e il lenocinio su scala planetaria. Purtroppo la globalizzazione dei mercati, la penuria di materie prime e di fonti energetiche che hanno costretto i popoli a nuove e direi strane alleanze ( con il mondo arabo ad esempio ) per non parlare delle tensioni politiche internazionali in continuo mutamento che obbligano a frequenti raggiustamenti dello scacchiere difensivo mondiale hanno prodotto un sensibile rilassamento del sentimento nazionalista che, specialmente nei popoli piú deboli sta sfociando nella crisi identitaria e nella noncuranza dei valori della propria bandiera: i rinnegati.

Oggi piú che mai i popoli del mondo occidentale abbisognano di riconoscersi, riappropriandosene,  nel millenario evento storico che li ha accomunati, nel bene e nel male e che costituisce quell’identitá metafisica che li ha condotti al comune sentire nell’idea democratica e libertaria.

Il  Cristianesimo fu quella gloriosa matrice identitaria che uní animó ed armó i popoli nel contrasto alle selvagge e feroci aggressioni predatorie dell’Islam iniziate giá nel  VII secolo e proseguite fino al XVI ad opera di arabi berberi e turchi. Come non ricordare che nell’assedio di Costantinopoli nel 674-678) l’esercito cristiano dell’imperatore bizantino Costantino IV Pogonato sconfisse l’esercito e la potente flotta musulmana comandata dal califfo Mu’ awiya ? ( Maometto era morto nel 632 ma giá l’Islam diffondeva il terrore nel suo comandamento ed esempio predatorio e genocida ). Nell’ottobre del 732 il re di Francia Carlo Martello ( nonno di Carlo Magno ) sconfisse a Poitiers l’esercito arabo-berbero musulmano del re Abd al Rahman, condotto da Al Andalus.   Come non ricordare che nel 1094 il cristianissimo signore di Valencia, Rodrigo Diaz conte di Vivar ( el Cid Campeador ) sconfisse gli Almoravidi ( popolo berbero proveniente dal Sahara al comando del re Yusuf ibn Tash fin ) a Cuarte e nel 1097 a Bairén contribuendo cosí alla fine all’invasione musulmana in Spagna? Le stesse prime 8 crociate  iniziate nel 1095 a seguito del Concilio di Cremona indetto dal Papa Urbano II e che proseguirono poi fino al 1274, via via indette dai Papi Innocenzo III, Onorio III, Gregorio IX, furono (almeno inizialmente ) un risposta alle invasioni predatorie ed ai massacri che le orde islamiche portavano nell’Europa meridionale da circa 500 anni. Come non ricordare I regnanti e i grandi condottieri di allora, a partire da Goffredo di Buglione che fu al comando della prima crociata, che non lesinarono mezzi e risorse ponendosi sovente in prima persona a difesa  dell’identitá cristiana che li accomunava superando, accantonandole, faide feudali ed intrighi di corte? Furono i re di Francia Luigi VII, Filippo II Augusto, Luigi IX ( detto: il Santo ), i re germanici Corrado III di Svevia, Federico II di Svevia, Federico Barbarossa, i re d’Inghilterra Riccardo cuor di Leone, Edoardo Plantageneto, ed altri sovrani minori a porsi a baluardo della cristianitá insieme ai tanti feudatari e principi di ogni terra cristiana.

Come non ricordare il principe Vlad Tepes III di Valacchia ( regione della Romania ) piú noto come Dracula l’impalatore che fu determinante alleato di Mattia Corvino figlio del re d’Ungheria Janos Hunyadi nella crociata indetta nel 1459 dal Papa Pio II durante il Concilio di Mantova contro i Turchi-ottomani?  Vlad III ( che non andava tanto per il sottile nel trattamento dei vinti ) nella  lunga guerra dal 1459 al 1462, al comando dell’esercito cristiano inflisse pesanti sconfitte all’esercito del sultano Maometto II, impalandone i vinti a centinaia. Come non ricordare che a porre fine all’assedio di Vienna ad opera dei predatori del re Solimano nel 1529 furono le truppe cristiane dell’esercito austriaco comandato dal conte Nikolas Graf Salm?  Nemmeno 50 anni dopo, il nuovo tentativo d’invasione e di predazione rincuorato dalla nefanda fede islamica prendeva vita, questa volta via mare, con la potentissima enorme flotta ottomana al comando di Müezzinzade Alí Pasciá che subí una totale disfatta nella Battaglia di Lepanto  del 7 Ottobre 1571  nel golfo di Corinto, ad opera della Lega Santa. Allo scopo si coalizzarono la Repubblica di Venezia, l’Impero Spagnolo con i regni di Napoli e Sicilia, lo Stato Pontificio, la Repubblica di Genova, il Ducato di Savoia, il Ducato di Urbino, il Granducato di Toscana, i Cavalieri di Malta, che armarono la potente vittoriosa flotta al comando di don Giovanni d’Austria.

Come non ricordare che circa un secolo dopo, nel 1683 i predoni musulmani del Gran Visir Kará Mustafá avrebbero nuovamente assediato Vienna? Qui furono  sonoramente sconfitti dagli eserciti coalizzati di Polonia-Austria-Gernania al comando del re Polacco Giovanni III Sobieski ( egli stesso in prima linea incitava i suoi a combattere nel nome della Vergine di Czestochowa ) affiancato dalle truppe Italiane al comando di Carlo V duca di Lorena e di Eugenio di Savoia, dalle truppe Svevi e Bavaresi al comando di Giorgio Federico di Waldeck, dalle truppe Sassoni al comando di Giovanni Giorgio III di Sassonia. Da tutto questo emerge evidente ed inequivocabile che ad affratellare i popoli europei nella gigantesca e secolare opera di respingimento dell’invasore fu la comune matrice  cristiana che, forse ancora inavvertita come forza motrice identitaria e culturale,  rimaneva ancora confusa e nascosta nell’aspetto fideistico. Con alterne vicende i tentativi d’invasione islamica proseguirono con le guerre Ottomano-Asburgiche fino al 1791, anno nel quale la totale e definitiva sconfitta dell’impero Ottomano fu ratificata con la pace di Sistova.

Con il 1800 i fondamenti libertari del Cristianesimo aprirono la strada all’avvento del sentire democratico e degli stati democratici, anche se in alcuni di essi giá nel 1700 andavano prefigurandosi le nascenti  Repubbliche democratiche. Ogni popolo europeo, pur consapevole e geloso della propria storia e della propria cultura costruiva il proprio futuro sulle basi della comune matrice identitaria cristiana. La stessa Russia, pur non essendo in fattispecie una nazione occidentale, su quella matrice si aprí, pur con alterne dolorose vicende, a una realtà sociale e politica democratica. Da quelle origini culturali non è avulsa neppure l’America fondata e cresciuta da moltitudini di migranti e pionieri cristiani che mai rinnegarono la loro matrice identitaria.

Il seguito in un prossimo articolo

 

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