L’INTELLIGENZA NEGATA
Accade, con una certa frequenza, che la cronaca ci dia contezza di episodi sconcertanti e miserevoli che nessuno mai immaginerebbe avvenuti in una societá civile, laica, democratica e, in un certo qual senso, acculturata. Ci avvediamo cosí che in talune scuole pubbliche del nostro “ bel Paese “ alcuni insegnanti pretendono che il Crocifisso esposto in aula venga rimosso perché, dicono, la sua presenza puó offendere alunni di religione diversa e quindi dalla dirigenza scolastica ne ottengono il “ placet “. In altra scuola vediamo negata la benedizione pasquale in classe, talché gli alunni che da essa non vogliono esimersi sono costretti a riceverla all’esterno dell’edificio scolastico. La medesima cosa avviene negli ospedali con la rimozione dalle stanze di degenza del Crocifisso, stanti le irate pressioni di minoranze del personale ospedaliero. Tutto questo ( ma altri episodi similari non mancano in altre realtà di pubblica utenza ) in nome di quel “ politically correct” che serve ad ammantare di verità ogni atto prevaricante e vessatorio della nostra “ NomenKlatura“ politica, servile al “ diktat “ di una minoranza violenta, ancorché ammiccante all’Islam.
Potrá sembrare strano ed incoerente che un ateo qual’io sono si ponga a difesa di un simbolo avverso la cui religione mi sono piú volte espresso; potrá sembrare contradditoria la mia esegesi agnostica che mi pone in conflitto con qualsivoglia religione negandone la valenza nel vissuto concettuale di un esistenzialismo pragmatico. Nulla di piú fuorviante poiché nella mia morale e nella mia etica esistono valori inalienabili indissolubilmente legati alle mie radici, alla mia educazione, alla mia cultura, in sintesi alle tradizioni storiche sulle quali si fonda il mio presente in un vissuto e in un vivere che guarda criticamente al passato per ritagliarsi un futuro di dignitá e di libero pensiero. Quel simbolo, quel Crocifisso, mi ha accompagnato per tutti i lunghi anni della mia esistenza ed ha contribuito con la sua icastica presenza alla mia, se pur misera, formazione culturale e morale nell’eterno conflitto che in me medesimo agitavano logiche contrapposte. Quel simbolo, in quanto tale, non ha mai fatto male ad alcuno ma, al contrario mondato da ogni attinenza fideistica e religiosa, è stato nei millenni dimostrazione e monito della cattiveria e della crudeltá umana.
Per questi motivi, fin che avró vita, lo difenderò sempre strenuamente con ogni mezzo ed oggi piú che mai, vista la minaccia dell’Islam leverò la mia voce, se pur flebile, contro l’ignoranza e la protervia di coloro che con accanita stupidità lo vorrebbero cassato alla vista di ognuno. La piovra islamica insinua i sui tentacoli ovunque e ad essi cedono rapidamente proprio coloro che sono preposti a salvaguardia dei valori storici dell’occidente, mercatanti di un’ Europa fasulla perché priva di identità comunitaria univoca ma bensí confusa in molteplici egoismi, sotterfugi, velate nostalgie revanscistiche. Europa, la “ Torre di Babele “ in chiave moderna, nel quale l’efferato fideismo islamico insinua la sirena della diversità della predicazione coranica e nasconde la mano sanguinosa di Maometto, schiavista, oppressore, genocida: si studino le gesta di Maometto per capire con quale diabolico carnefice abbiamo a che fare. L’espansionismo islamico iniziato ancor prima degli albori del primo millenio con le feroci invasioni saraceniche ha dimostrato da subito la sua essenza predatoria per il potere avvalendosi di soldataglia tanto piú religiosamente fanatica quanto piú ignorante e misera, trovando peró un primo ostacolo nelle crociate del primo millenio ( che tuttavia a loro volta furono espressione violenta di ricerca di poteri e ricchezze nel mistificante appello alla fede cristiana col grido: “ Dio lo vuole “ ). Un secondo ostacolo all’islamizzazione dell’occidente fu l’annientamento della flotta musulmana nella battaglia di Lepanto il 7 Ottobre 1571 ad opera della coalizione cristiana promossa dal Papa Pio V e un terzo ostacolo fu la sconfitta delle armate islamiche alle porte di Vienna nei giorni 11 e 12 Settembre 1683 ad opera degli eserciti coalizzati di Austria, Germania, Polonia.
Oggi con la nascita del califfato islamico e dell’Isis che promuovono la guerra di religione nel nome di Allah per velare la smania predatoria e la sete di potere, la Babele-Europa divisa al suo interno in mille rivoli politico-economici intrisi di ignavia ed egoismo, gelosi degli accordi con i paesi arabi per la fornitura di petrolio e derivati, dimostra tutta la sua inadeguatezza nell’affrontare il dramma del fondamentalismo islamico e del terrorismo ad esso legato, temporeggiando “sine die”. Nel frattempo le comunitá islamiche, con la perfidia propria del musulmano, manovrano surrettiziamente per accreditare un “ Islam moderato “ in supposta pacifica convivenza con la fede, le tradizioni e le leggi locali, nel contempo dissimulando l’arrogante disegno di far passare il reato di “islamofobia” che li renderebbe inattaccabili ed immuni da critiche negative. Il gesuita Bergoglio, a tal punto s’attarda e si compiace in farneticanti esternazioni di buonismo nell’onirica visione di convivenza e fratellanza con l’Islam da sembrare persino reticente nel condannare aspramente le stragi di cristiani ad opera dei miliziani dell’Isis e di Al Quaeda. Com’è facile predicare pace e fratellanza, solidarietá ed accoglienza dalle sicure finestre del Vaticano! Quale differenza di propositi ed azione con il santo Papa Pio V (al secolo Antonio Ghisleri). Gesú Cristo usó la sferza per scacciare i mercanti dal tempio ( Vangelo secondo Giovanni ) e Bergoglio usa la sua incespicante favella per ottundere i fedeli in un buonismo stucchevole ed ignavo.
La decadenza di un popolo (quello italiano nella fattispecie) la si evince non solo dalla depravazione legalizzata insita nel pacifismo ad oltranza che tanto puzza di codardia, nella noncuranza ( e fors’anche nel dileggio ) di chi veste una divisa e porta le stellette, nel disegno disgregatore della sacralità della famiglia naturale e tradizionale, nell’accreditamento delle coppie omosessuali, nell’apologia del denaro e del profitto forieri di corruttela e mercimonio, ma anche nel permettere che la devastante stupidità di taluni si manifesti nel dileggio del Crocifisso. In costoro il demone dell’ Islam trova fertile terreno per espandere la sua prevaricazione violenta; in costoro ribolle rabbioso il rigurgito di frustrazioni per la propria inadeguatezza; in costoro è manifesta la negazione dell’intelligenza ed è acclarata la dominanza della stupidità.