IDOLI E FETICCI NELLA DIARCHÍA ITALIANA

Il recente episodio del furto delle reliquie di Papa Vojtila ( in arte Giovanni Paolo 2° ), una teca contenente un lembo insanguinato della tunica che vestiva quando fu ferito nel noto attentato d 13 Maggio 1981, induce ad alcune riflessioni.

Stabilito che l’autore di un furto, qualunque sia l’oggetto dell’atto criminoso, va sempre perseguito e punito, rimane l’interrogativo sulla grande montatura mediatica scatenata dall’evento e quindi sulla valenza metafisica ed ontologica dell’oggetto.

Viviamo in una società che venera beati e santi rappresentati in dipinti e statue di pregevolissima arte, innanzi ai quali si prostra riverente ed adorante una moltitudine di credenti. Dipinti e statue che per quanto si faccia e si dica per purgarli da ogni pagana attinenza sono e rimangono idoli, tali e quali i pur diversi idoli rappresentati e venerati nelle mitologìe greche, latine, asiatiche. Non si facciano sofismi sulla sostanziale differenza tra religioni monoteistiche e politeistiche, poichè per entrambe si tratta di venerare un oggetto avente configurazione umana.

L’idolatria appare quindi pilastro portante di moltissime religioni, poichè in essa può riversarsi la tensione emotiva e fideistica dei credenti e la religione Cristiana cattolica ne è la prova provata. Pensiamo infatti alle masse in venerazione ed adorazione di Madonne e Santi raffigurate nelle varie apparizioni sparse per il mondo ed alle scene di fanatismo religioso che giornalmente avvengono in questi luoghi. Che poi la Chiesa Cristiana abusi di questi fatti per trarne immensi ed inverecondi benefici economici non è oggetto di questa disamina.

Se poi prendiamo in considerazione il lembo di stoffa insanguinata custodito e venerato in una teca d’oro, è impossibile negare che ci troviamo di fronte a un feticcio ( semantica definizione ) e parimenti non possiamo negare che il feticismo era caratteristica di quelle società primitive che, per la loro ignoranza, nel feticcio riponevano un potere taumaturgico.
Ne consegue che nei secoli e nei millenni nulla è cambiato nella sostanza della religione: idolatrìa e feticismo sapientemente riaggiustati al variare dei tempi storici e , dal loro tramite (il prete) da sempre utilizzati per il rafforzamento del potere.
E poichè si ascrivono all’ignoranza ed alla miseria di un popolo ( specialmente se primitivo ) idolatrìa e feticismo, ne consegue l’equazione: più un popolo è miserabile ed ignorante più è fanaticamente religioso. Lo vediamo ogni giorno nel fanatismo di certe religioni orientali.

Non sono argomentazioni di un ateo agnostico, ma razionali deduzioni di cronaca storica.

In Italia ci troviamo risucchiati in una diarchìa mostruosa: da un lato la preponderante religione Cristiana che ci domina ( anche tramite idoli e feticci proposti per la salvezza dell’anima e talvolta anche per la salute del corpo ) con lo spauracchio della dannazione eterna, dall’altro il potere dello Stato che ci domina con leggi non sempre equanimi e rispettose della dignità e dell’identità storica del popolo, ma prevalentemente teso a perpetuare il potere della casta politica esperta in corruzione per il profitto.

Rimasi perplesso quando al tempo della ricerca del compromesso storico l’on. Aldo Moro coniò l’espressione ” convergenze parallerle ” perchè mi pareva un non senso geometrico: due parallele non possono mai convergere. Ma in ” politichese ” il senso è chiarissimo: due correnti di pensiero politico opposte ( i binari di un treno, nello specifico Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano ) possono benissimo convergere alla stazione d’arrivo: il potere e spartirselo poi allegramente.

Solo che i così detti “statisti” di allora non si resero conto o per timore o convenienza non vollero rendersi conto che la politica del compromesso storico col tempo avrebbe finito con l’affermare progressivamente il P.C.I. che, camaleonicamente ed in modo subdolo cambiando nome in funzione delle mutevoli condizioni socio-politiche, avrebbe attuato la destabilizzazione del Paese minandone le basi storiche, culturali, identitarie. Il tutto come previsto e pianificato dall’orrenda teoria Marxista-Leninista, per l’avvento al potere.

Marx e Lenin furono per anni gli idoli che ispirarono la furia dissacrante delle masse comuniste in una becera visione che un appiattimento culturale ai livelli più bassi e il disconoscimento del merito nello studio e nel lavoro avrebbe favorito l’uniformità delle masse sul percorso del progresso.

Ecco allora l’avvento dei moti studenteschi del 1968 che rivoluzionando la scuola e l’insegnamento scolastico determinarono il decadimento della cultura umanistica, la conoscenza del divenire storico italiano, la crisi identitaria che ha reso gli Italiani per lo più indifferenti ai valori risorgimentali ed ai sanguinosi sacrifici di vite nella guerra 1915-1918 per l’indipendenza dell’Italia. Ecco che ai tempi nostri il criminoso disegno comunista si allarga con l’attuazione della disgregazione delle famiglie, nel riconoscimento delle coppie gay ( non ho mai capito perchè sia invalso l’uso di questo termine quando si tratta pur sempre di pederasti e di lesbiche), e con il probabile riconoscimento del diritto di adozione a queste innaturali coppie: cosa se ne vogliano fare di un bambino queste coppie non si sa: forse un altro casalingo ” finocchio ” ( absit iniuria verbis ) secondo una terminologìa universale.
E’ sintomatico che tutte le organizzazioni omosessuali siano di sinistra o di estrema sinistra.

Come la mostruosa Idra di Lerna ( orribile mostro a più teste della mitologìa greca) la diarchìa italiana che nel potere Vaticano, nel suo credo con i suoi idoli e feticci, e nel potere politico comunista con la sua strisciante subdola azione disgregatrice, nella venerazione dei suoi idoli, sta come un giogo sul collo degli Italiani ormai rassegnati ed inetti, e ci rimarrà fin tanto che rassegnazione ed inerzia obnubileranno dignità, coscienza, identità. Solo con la distruzione del vecchio e degli idolatri ad asso connessi ci si può attendere decoro e rispetto nell’assise dei popoli.

L’Idra di Lerna fu uccisa da Eracle ( Ercole ): noi alla Idra nostrana possiamo purtroppo ora contrapporre solo Pulcinella, Arlecchino e il dott. Balanzone.

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