Traggo riferimento dalla recente santificazione dei due Papi: Angelo Giuseppe Roncalli ( Giovanni XXIII ) e Karol Wojtyla ( Giovanni Paolo II ) voluta dall’attuale Papa Jorge Mario Bergoglio ( in arte Papa Francesco ) per fare alcune riflessioni ed alcuni commenti al millenario operato della Chiesa, possibili oggi poiché la scontata accusa di eretico non mi dovrebbe portare ad abbrustolire sul rogo. Prima peró di addentrarmi nelle suddette riflessioni mi è caro farne una, attualissima, conseguente alla domanda di un giornalista posta a Papa Francesco su come giudicasse l’omosessualitá. Costui rispose: “ Chi sono io per giudicare ? “. Grandioso: Ponzio Pilato non avrebbe potuto dire e fare di meglio ! Questa lapidaria risposta riassume in sè l’eterna ambigua politica della Chiesa che, quando non complice o fautrice di dispotici e sanguinari governi ( come vedremo in seguito ) amava tenere “ i piedi in tutte le scarpe “ cosí da uscirne incolume o vincente, comunque si evolvesse la situazione.
Si illude chi pensa ad un rinnovamento della Chiesa, catturato dall’istrionico proporsi di un Papa nelle sue piú lapalissiane esternazioni circa l’auspicio di una fratellanza e di una pace mondiale, esternazioni che vengono propinate ed accolte quasi come intuizioni teologiche. La Chiesa, finché le sará dato di esistere, si prodigherà solo per l’accrescimento della sua potenza economica giovandosi del fideismo appecoronato delle masse meno acculturate. L’esempio di Cristo, le predicazioni evangeliche, sono in aperta antitesi, agli antipodi, con la politica Vaticana e dei Príncipi della Chiesa che, in evidente urto alla palingenesi del loro credo rinnegano Dio.
Sia chiaro: ho il massimo rispetto per chi vive nella fede e con essa opera vivendo ed attuando i dettami del Vangelo di Cristo. Io, ateo agnostico, ammiro e fors’anche invidio chi nella fede trova conforto alle proprie umane sventure guardando e sperando in un futuro di eterno riscatto. Non invidio e tantomeno rispetto chi usa la fede, propria ed altrui, per il proprio tornaconto subdolamente falsando l’insegnamento Evangelico. La schiera di costoro è vastissima ma un rapido escursus nel tempo, anche se con trattazione ristretta e superficiale date le caratteristiche e le esigenze di un blog, potrá gettare una pur minima luce sulle nefandezze dei Principi della Chiesa. Apriró quindi con la “ Santa Inquisizione “.
L’Inquisizione nacque in Francia nel 1128 su indicazione del Papa Innocenzo III e fu estesa in Europa a partire dal 1231 con l’istituzione dei Tribunali d’Inquisizione dal Papa Gregorio IX che si avvalse di Inquisitori permanenti, scelti tra i frati Francescani e Domenicani. Inizialmente gli inquisiti furono per lo piú i sospettati di eresia ( tesi basata su interpretazioni personali in contrasto all’opinione dei Padri della Chiesa e alla verità ad essi rivelata da Dio e proposta come autentica ) e ne fa testo la bolla scaturita dal Concilio Lateranense IV del 1215 che recita: “ I cattolici che, presa la croce, si armeranno per sterminare gli eretici, godano delle indulgenze e dei santi privilegi che sono concessi a coloro che vanno in aiuto della Terra Santa “. Come si vede, in queste parole non solo si prefigurano compiacimenti nell’assasinio e nell’omicidio se eseguiti in nome di Dio, ma anche si incoraggia la guerra di religione, portata alle popolazioni ebraiche ed islamiche, allo sterminio dei Cátari e, piú tardi allo sterminio dei Valdesi. Illuminante a tale proposito è la lettera inviata dal Papa Paolo V al re Filippo II di Spagna: “ Riconciliarsi mai: non mai pietá; sterminate chi si sottomette e sterminate chi resiste; perseguitate a oltranza, uccidete, ardete, tutto vada a fuoco e a sangue “. Nel 1252 il Papa Innocenzo IV inasprí l’Inquisizione autorizzando la tortura contro tutti gli eretici al fine di strappare loro programmate “confessioni”.
Ebbe inizio da allora anche la caccia alle streghe che, processate e torturate al fine di far loro ammettere la possessione demoniaca, venivano poi arse vive sul rogo. Si trattava quasi sempre di anziane donne (ma anche le giovani non ne erano esenti) di condizione miserevole che, sorprese a cercare nei boschi erbe medicinali per farne infusi lenitivi dei malanni fisici venivano accusate di stregoneria. Altre volte l’accusa scaturiva dall’invidia per qualche pecora in più, o , nel caso di piacenti giovinette, dall’astio per averle rivali in amore. Che si trattasse di eretici, ebrei, streghe la Chiesa non faceva distinzioni: tortura e rogo per tutti. Bastavano due testimonianze per acclarare la colpevolezza dell’inquisito che, per il fatto stesso di essere accusato era di per sé considerato colpevole. La tortura serviva altresì per far denunciare al condannato i suoi complici e per fargli ammettere e rinnegare le sue eresie.
Nel 1155, salito al trono pontificio il papa Adriano IV, il frate agostiniano Arnaldo da Brescia accusato di eresia per essersi pervicacemente dichiarato contrario, con le sue predicazioni, all’abuso della ricchezza da parte del clero e per il suo assoluto rifiuto al potere temporale del Papa e della Chiesa, venne condannato dal tribunale ecclesiastico all’impiccagione ed alla conseguente bruciatura del suo corpo sul rogo: la sue ceneri furono disperse nel Tevere onde nessuno potesse recuperare i suoi resti mortali. Va stigmatizzato l’operato ambiguo ed opportunistico del Papa che, per la sua politica in ossequio alla politica d’invasione del re tedesco Federico Barbarossa, aderí alla sua richiesta d’arresto: “divide et impera” ! Gli fu acerrimo nemico il monaco e abate francese dell’ordine cistercense Bernardo di Chiaravalle le cui reiterate accuse di eresia molto contribuirono al deferimento di Arnaldo all’Inquisizione. Per dovere di cronaca va sottolineato che Bernardo di Chiaravalle fu canonizzato nel 1174 dal Papa Alessandro III divenendo San Bernardo, tuttora venerato come santo da Chiesa Cattolica, Chiesa Anglicana, Chiesa Luterana , che fu dichiarato nel 1830 “dottore della Chiesa” dal Papa Pio VIII, che nel recente 1953 il Papa Pio XII gli dedicò l’ammirata enciclica “ Doctor Mellifluus “ : dal che facilmente si deduce che l’esecranda opera dei carnefici della Chiesa fu sempre nel tempo da questa considerata opera buona e giusta e che mai pentimento alcuno ne sfiorò l’anima criminale. Va pure evidenziato che Bernardo di Chiaravalle predicó a favore della 2° crociata coinvolgendo soldati Francesi e Tedeschi e che attribuì il totale fallimento di essa ai peccati dei crociati che cosí Dio volle mettere alla prova: ambiguità, menzogna, malvagità, mistificazione furono i caratteri distintivi di questo Santo.
La sanguinaria protervia della Chiesa si estese financo sui morti, dato che frequentemente gli Inquisitori, stabilito con il solito sommario processo che il defunto era un eretico, ne esumavano il corpo e lo bruciavano sul rogo disperdendone poi le ceneri. Ne è un esempio la vicenda del filosofo e teologo inglese John Wyclif, dichiarato eretico per la sua avversità alla Chiesa esistente ed istituzionale, per le sue proposte di riforma che ne ledevano i privilegi ( separazione dal clero dallo Stato, privilegio dell’aspetto pastorale, moralizzazione del clero secondo i riferimenti evangelici ), per le sua contrarietá alle imposizioni papali. John Wyclif muore di morte naturale il 31 Dicembre 1384, ma nel 1428 ( cinquant’anni dopo ) il Concilio di Costanza lo riconosce come eretico, ne ordina l’esumazione dei resti e la conseguente abbruciatura sul rogo. Le ceneri furono disperse nel fiume Swift nei dintorni di Lutterrworth, la sua parrocchia. Questo orrendo crimine fu preceduto da un altro ancora piú orrendo: la tortura, la morte sul rogo, il vilipendio dei resti del teologo boemo Jan Hus che nei suoi scritti e nelle sue predicazioni molto si ispirò a John Wyclif, ma piú di lui è da considerarsi come il primo riformatore cristiano della storia.
Jan Hus, inquisito dal Concilio di Costanza del 1° Novembre 1414, fu invitato, con la garanzia dell’incolumitá, a presentarsi il 27 Novembre ad un incontro amichevole e chiarificatore con i cardinali Pierre d’Ailly, Ottone Colonna che divenne poi Papa Martino V, Guillaume Fillastre, Francesco Zabarella. Il proditorio agguato di costoro si concretizzò nell’arresto e nella carcerazione di Jan Hus. In Aprile 1415 un discepolo di Hus, Girolamo da Praga, arriva a Costanza presentandosi al re Sigismondo d’Ungheria per perorare la liberazione del suo maestro, ma il Concilio emana un mandato di cattura che lo manderá al rogo il 30 Maggio 1416. Il Concilio di Costanza il giorno 18 Giugno 1415 formuló un elenco di 30 capi d’accusa contro Hus basati su tre sue opere filosofiche e teologiche considerate eretiche (specialmente il “ De ecclesia “ nel quale pone pesanti accuse ai Papi per i loro immotivati privilegi tra i quali il fregiarsi del titolo di “Santo Padre”, per la loro condotta amorale, per la manifesta simonía del loro agire proprio dell’Anticristo e per i tanti comportamenti contrari al Vangelo di Cristo). Il giorno 6 Luglio 1415 Jan Hus, dopo indicibili umiliazioni e torture, viene condotto al rogo, ed ivi bruciato vivo mentre recitava il “Padre Nostro” fino a sopraggiunta morte. I suoi resti furono ulteriormente vilipesi poiché le ossa furono frantumate a bastonate e la testa frantumata con i randelli ed ulteriormente bruciata. Quando frugando tra le ceneri trovarono il cuore lo infilzarono su un bastone come uno spiedo e lo arrostirono fino a ridurlo in cenere.
Nel 1484 il Papa Innocenzo VIII emanava la bolla “ Summis desiderantes affectibus “ che autorizzava i funzionari della Santa Inquisizione a processare ed eventualmente condannare a morte le streghe, implementando cosí fino al parossismo il sentimento di odio di certi monaci bigotti verso le “ streghe “ ritenute in connivenza demoniaca. Due anni dopo, nel 1486 due Inquisitori, monaci domenicani tedeschi: Heinrich Institoris e Jakob Sprenger scrissero e diffusero migliaia di manuali titolati “ Malleus maleficarum “ ( Martello delle streghe ) per la procedura inquisitoria avverso le sventurate in sospetto
Il seguito in un prossimo articolo