Carducci: “FUNERE MERSIT ACERBO”

E’ per me difficile, se non impossibile,  tradurre con solo tre parole in lingua Italiana l’esatto significato delle tre parole in lingua Latina e pertanto mi vedo costretto a ricorrere a una traduzione libera che potrebbe essere: Sommerso da  morte prematura, oppure in traduzione ancor più libera ma forse più efficace: Mi affligge una  morte prematura.

Con questa accorata poesia il Poeta si rivolge al fratello Dante  sepolto accanto.al padre sui colli toscani, chiedendogli se mai avesse udito una angosciata voce infantile. E’ il mio figliuolo che porta il tuo stesso nome, dice il Poeta, e sta bussando alla tua porta lontana.. Anche da lui fuggì quella vita che per te fu tanto amara. Con quel  “Ahi no !” il Poeta vorrebbe ribellarsi al triste destino che gli ha sottratto il figlioletto che ancora vede giocare tra le aiole fiorite, allietato da fantasie infantili. La morte, dice il Poeta, lo ha spinto nel vostro freddo mondo abbandonato, ma lì in quella tetra solitudine accoglilo e consolalo tu, fratello, perchè lui volgendo il capo a voler rifuggire la morte, cerca il sole ed invoca la madre.

 

FUNERE  MERSIT  ACERBO

O tu che dormi là su la fiorita
Collina tòsca, e ti sta il padre a canto;
Non hai tra l’erbe del sepolcro udita
Pur ora una gentil voce di pianto ?

E’ il fanciulletto mio, che a la romita
Tua porta batte: ei che nel grande e santo
Nome te rinnova, anch’ei  la vita
Fugge, o fratel, che a te fu amara tanto.

Ahi no ! giocava per le pinte aiole,
E arriso pur di visïon leggiadre
L’ombra l’avvolse, ed a le fredde e sole

Vostre rive lo spinse. Oh, giù ne l’adre
Sedi accoglilo tu, ché al dolce sole
Ei volge il capo ed a chiamar la madre.

                                                                          Giosué Carducci
8 Novembre 1870
da Rime Nuove

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