Arnaldo Fusinato nacque a Schio il 25 Novembre 1817, fece i suoi primi studi presso il collegio Cordellina di Vicenza, quindi studiò giurisprudenza all’universitá di Padova ivi conseguendo la laurea in diritto pubblico nel 1841. Frequentó lo storico caffè Pedrocchi, giá meta e ritrovo degli intellettuali e qui strinse amicizia con Giovanni Prati e Aleardo Aleardi e dal 1846 al 1847, tramite il Prati pubblicó le sue prime poesie satiriche. Ben presto prese parte alle prime cospirazioni antiaustriache partecipando agli avvenimenti insurrezionale che coinvolsero il Lombardo-Veneto e che nel Marzo 1848 si estesero anche a Vicenza. In quei giorni compose il “ Canto degli insorti “ che divenne l’inno del battaglione universitario di Padova. Fu al comando di un contingente di circa 200 volontari, il corpo franco di Schio nella difesa di Montebello e Sorio che tuttavia fu debellato dal contrattacco austriaco, e sul Monte Berico comandó un gruppo di bersaglieri nella difesa di Vicenza. Gli eventi bellici lo videro a Venezia ancora libera e proclamata Repubblica Veneta di San Marco il 22 Marzo 1848 retta e difesa dal carismatico Daniele Manin e dal discusso Niccoló Tommaseo che, come suo solito, oppose al Manin moltissime critiche. Alla difesa di Venezia dalle dilaganti truppe austriache del generale Radetzky il poeta partecipò come tenente dei “Cacciatori delle Alpi” di Pier Fortunato Calvi e, di guardia all’isola del Lazzaretto vecchio, il 19 Agosto 1849 ormai consapevole della prossima caduta di Venezia, compose la famosa ode: “ A Venezia “ nella quale, sgomento, piangeva la fine della ultramillenaria gloriosa repubblica fondata nel 697 d.c.
Fusinato sviluppò la sua principale attività poetica tra il 1841 e il 1865 raccogliendola in tre volumi: Poesie giocose – Poesie serie – Poesie patriottiche e proprio a queste ultime si deve la sua maggior fama. Le “Poesie giocose”, assai originali, evidenziano deridendoli i fenomeni di costume di quell’epoca che si manifestarono a seguito della guerra di Crimea anche con una ostentata turcofilia nel vestire femminile e nella dismessa galanteria maschile, nel comportamento neghittoso di certi studenti o nella loro compiaciuta raffinatezza, negli atteggiamenti di alcuni scienziati e nella superficialitá dei qualunquisti. Le “Poesie serie” sono le meno felici perché fin troppo enfaticamente infarcite di paternalismo nell’accettazione delle convenzioni sociali o dei personalismi morali. Esule a Firenze nel 1864 strinse amicizia con gli emigrati veneti ed in particolare con Niccoló Tommaseo. Fu inizialmente criticato da Ippolito Nievo che, nei suoi scritti critici del 1853 – 1854, considerava le sue opere superficiali e disimpegnate ma poi, il Nievo, avendolo piú profondamente conosciuto strinse con lui una fraterna amicizia ammirandone l’umorismo ma ancor piú l’amor di patria. In una lettera del 1858 gli scriveva: “ quello che tu scriverai dormendo, sveglierà gli altri “. L’odierna critica lo considera ( troppo severamente a mio modesto avviso) poeta minore del Risorgimento e dell’ultimo romanticismo.
Arnaldo Fusinato morí a Verona il 28 Dicembre 1888 e fu sepolto a Roma nel cimitero del Verano accanto alla moglie, la poetessa Erminia Fuá quivi sepolta dal 1876.