Abbiamo assistito nei giorni scorsi alla spedizione in India di alcuni nostri parlamentari, promotore l’ineffabile Pier Ferdinando Casini, avente lo scopo, egli disse, di dimostrare solidarietà ai Marò: Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, proditoriamente arrestati e illegalmente imprigionati in quella terra ostile da circa due anni.
Il coraggio, la fantasia, l’inconcludenza dei nostri Parlamentari ha avuto la sua ennesima buffonesca teatralità: per essi l’importante è apparire e non essere, apparire per poi eclissarsi disimpegnandosi quando le cose si mettessero al peggio. Il gioco del rimpallo delle responsabilità è per essi la sola ispirazione politica e legge morale.
Noi Italiani, occupati come siamo a stropicciarci gli occhi per togliere il fumo ivi gettato dai politicanti alla Pulcinella, non riusciamo a toglierci dalle pastoie di un potere politico corrotto e corruttore, a liberarci radicalmente da questa pletora di impostori inverecondi e codardi, perennemente occupati in logomachìe inconcludenti.
Viste impossibili ed impraticabili, per il pavido e tremebondo Governo Italiano le soluzioni di forza già prospettate ( carcere duro 41 bis per l’intero corpo diplomatico Indiano oppure blitz dei corpi speciali delle Forze Armate per rimpatriare i nostri due sodati) ne rimarrebbe una terza, sempre che nei nostri Parlamentari e Governanti esistesse ancora un barlume di dignità: tutti i componenti del deprecato ex Governo Monti (eccezion fatta per l’on. Giulio Terzi di Sant’Agata che per il disaccordo sulla riconsegna de due Marò all’India si era dimesso, al quale vanno onore e rispetto), ivi compreso il Presidente Giorgio Napolitano che ne avallò la decisione, si incatenino ai cancelli del Governo Indiano a Delhi ed ivi rimangano notte e giorno fin tanto che l’India non riconsegni all’Italia i due Marò incolumi.
Per un’Italia di pusillanimi irrisa e beffeggiata dal mondo intero sarebbe un piccolo passo di riscatto per una dignità ed un onore perduti, oggi più che mai avendo gli Italiani sostituito la parola ” Patria ” ( della quale pare se ne vergognino ) col più generico ed anonimo ” Paese “. Noi siamo un ” grande Paese ” dicono Presidenti e Ministri. Buffonate !
Abbiamo perso il rispetto e l’amore per chi porta le stellette cadendo preda rassegnata della non cultura nata dai miasmi del delirio Marxista e dai rigurgiti nefasti del proselitismo comunista italiano, tipico dei moti studenteschi del 1968, che hanno sancito la fine della cultura umanistica e la fine dell’insegnamento dei valori storici della letteratura risorgimentale italiana, quindi la fine dell’identità italiana nell’orgoglio di esserlo.