Affievolitosi l’urto violento dell’emotivitá che a seguito del recente agguato terroristico di Parigi mi avrebbe, sul momento, indotto a considerazioni violente, ora, con maggior calma provo a sviluppare una piú razionale chiave di lettura delle cause scatenanti di quell’evento, delle conseguenze e dei possibili rimedi.
Chi attendesse a una lettura attenta del Corano non potrebbe non ravvisare in esso una mortale discriminazione tra chi, adottandone l’assunto, si autoelegge detentore della Veritá assoluta con ció ponendo chi critica o dissente (il resto del mondo) direttamente sul patibolo e chi non potrebbe non riconoscerlo come testo apologetico di schiavitù, di sangue e di morte in una lettura piú liberale e correlata ai successivi tempi storici. Maometto, il suo ispiratore, non lascia adito a dubbi: il Corano è La Legge: ad esso ogni vero musulmano deve obbedienza, in esso deve trovare cultura insegnamenti e direttive nell’applicazione della sharia, la legge islamica che guida la mano del carnefice e arma quella del boia. L’immutabilitá delle leggi coraniche sancita da Maometto (nacque a La Mecca, in Arabia Saudita nel 632 dopo Cristo) sortí l’assolutismo religioso che si è insediato in determinate regioni trasformandole in stati teocratici, illiberali e dittatoriali grazie all’abissale ignoranza nella quale erano tenute quelle giá miserrime popolazioni. Ne consegue che l’Islam non é semplicemente una confessione religiosa, ma un’inscindibile realtà politico-religiosa che, per la sua stessa sopravvivenza, deve eternare l’ignoranza e la miseria dei suoi popoli nella schiavitù di un credo al quale assoggettare in ogni modo il mondo intero. L’integralismo islamico trova quindi nel fanatismo delle cellule terroristiche il fine e il mezzo per punire cruentemente chi, musulmano, dal diktat coranico si discosta, e la subdola via per portare ovunque una guerra non dichiarata ma necessaria alla colonizzazione islamica del mondo occidentale.
Ecco allora cadere trucidato dalle avanguardie militari islamiche ( i fratelli Kouachi) quindi non solo e semplicemente terroristi, il poliziotto francese Ahmed, musulmano colpevole di rappresentare un’istituzione preposta alla difesa di una nazione di infedeli, ecco compiersi la strage parigina di Charlie Hebdo i cui vignettisti erano colpevoli di aver raffigurato il profeta Maometto (cosa vietatissima nell’aniconismo della fede islamica), ecco la strage nel supermercato ebraico Hyper Cacher di Parigi, ecco le stragi e gli ammazzamenti in nome di Allah, a macchia di leopardo, in ogni parte del mondo. Le mire espansionistiche degli stati teocratici islamici fomentano la jihad, la guerra santa, per imporre la sharia al mondo intero, tramite l’Isis e grazie alla munificenza dell’Arabia saudita, dell’Iran, e degli altri stati a regime teocratico. Non esiste e non potrá mai esistere in Islam moderato poiché un musulmano non integralista (peggio ancora se occidentalizzato) è visto come blasfemo quando non addirittura come apostata e quindi la sharia ne impone l’uccisione e perché la fede poilitico-religiosa islamica non puó condividere il potere con altre religioni, specialmente quella cristiana, l’eterno principale nemico.
Verosimilmente esistono musulmani moderati, perfettamente inseriti nel contesto delle civiltá occidentali nelle quali vivono e di esse partecipi e ne sono prova provata il poliziotto Ahmed e l’impiegato Lassana Bathily ( commesso del supermercato ebraico Hyper Cacher, musulmano originario del Mali che ha salvato cinque persone dalla furia omicida del jihadista dell’Isis Amedy Coulibaly nascondendoli in una cella frigorifera) e molti altri noti e ignoti che rifiutando la violenza sanguinaria dell’Islam pongono a rischio la loro stessa vita. Sono peró una sparuta minoranza, i classici quattro gatti che mai nulla potranno contro l’enorme massa jihadista della quale saranno sanguinoso trofeo. Peraltro dubito assai della sinceritá e della verità nelle asserzioni di quegli imam e di quei centri islamici che si proclamano moderati, che dicono di ripudiare ogni forma di violenza (anche quella contro gli infedeli) che si dichiarano collaborativi con l’occidente nella ricerca della pacifica convivenza; costoro sanno benissimo che attuando questi propositi si pongono al di fuori e in contrasto con l’Islam e le leggi coraniche, sanno benissimo che per Allah e per Maometto non è peccato mentire, anche sotto giuramento, agli infedeli.
Le civiltá occidentali, avendo la mente ottusa dal morbo catto-comunista, rifiutano di riconoscere queste realtà e si cullano beate nell’illusione (e nella follia) di una pacifica convivenza con l’Islam in una societá inter-religiosa, multietnica, multirazziale, multiculturale. Offuscano la peculiaritá delle loro radici e delle loro tradizioni, la specificitá della loro storia millenaria, la loro duramente conquistata democrazia nel comune afflato di libertá per accreditare, sulla spinta di un mero calcolo economico e politico, quell’Islam che sará la loro tomba.
Il contrasto alla guerra portata dall’Islam all’occidente tramite le avanguardie jihadiste dei terroristi non puó disgiungersi da drastiche misure che, per salvarlo da quell’orrore, implicano qualche sacrificio: l’annullamento del trattato di Shengen, ripristinando i confini territoriali, consentirebbe un capillare controllo delle persone in transito tra Stati e quindi limiterebbe il pericolo che cellule jihadiste, indisturbate, si trasferiscano per attuare le loro finalitá terroristiche. Il disagio che ne deriverebbe per il rallentamento negli spostamenti per le varie esigenze commerciali, turistiche, culturali, sarebbe ampiamente compensato dalla incrementata sicurezza. Il respingimento coatto delle orde di migranti che arrivano via mare ( tra i quali si nascondono militanti jihadisti ), unito al respingimento di tutti coloro che ( anche se di nazionalitá italiana ) rientrano in Italia da una guerra combattuta sotto le bandiere dell’Isis o da una addestramento militare-terroristico, potrebbe costituire ulteriore difesa preventiva. Il blocco alla costruzione di ulteriori moschee, la chiusura dei centri islamici e delle moschee improvvisate e non ufficializzate nelle quali spesso predicano imam sovversivi, l’arresto e l’immediata espulsione di imam che predicano la guerra santa, quando fin anche la carcerazione ed il lavoro forzato coatto per i piú attivi nel reclutamento e nell’indottrinamento di cellule eversive, sarebbero ulteriori misure per la nostra sicurezza. Applicare il carcere duro ( sullo stile di Guantanamo) con l’aggiunta di lavoro forzato a vita per il ripristino del territorio nella lotta al dissesto idrogeologico, per chi si macchiasse di crimini terroristici, potrebbe costituire ulteriore difesa e deterrente.
Purtroppo la realtà della politica italiana, che trova nelle farneticazioni catto-comuniste delle sinistre, spesso condivise dal relativismo religioso cattolico ampio irresponsabile supporto, quotidianamente ci ammannisce lezioni di buonismo minimalista nella colpevole accettazione di un Islam moderato, di quell’Islam che all’occorrenza, maturi i tempi, si accoderà entusiasta ai piú feroci carnefici nel nome di Allah e Maometto, ben sapendo dove colpire. Colpevole accettazione che fin da ieri macchia l’animo di quei pusillanimi che si defilano nell’ombra del loro silenzio, timorosi di levare la voce a denuncia e difesa, sperando che altri provvedano alla loro salvezza. L’Islam non avrá pietá nemmeno dei vili.