LA DECADENZA DI UN POPOLO

Non passa giorno senza che la cronaca ci prospetti situazioni e fatti che nella loro drammaticitá non solo denunciano l’avvilente comportamento, il disinteresse ed il disimpegno dei detentori del potere verso la cosa pubblica, l’ambiente, il territorio, ma anche il disprezzo se non l’ostilitá verso i sentimenti identitari degli italiani nella dignitá del loro esistere.

La noncuranza della manutenzione forestale, la deforestazione selvaggia, conseguenti alla richiesta di terreno edificabile da piani urbanistici folli, parto di amministrazioni locali tanto irresponsabili quanto corrotte, hanno prodotto quel grave dissesto idrogeologico che oggi, con il disastro alluvionale di Genova, in Liguria ed in altre regioni, per l’ennesima volta si ripropone. Il gioco al rimpallo delle responsabilità, i legacci all’azione imposti da una visione borbonica dell’iter burocratico, i proclami da comizio pre-elettorale nel quale le varie fazioni politiche ostentano il loro contenzioso, evidenziano senza ombra di dubbio la dappocaggine di chi quel potere indegnamente detiene. Una concreta azione preventiva per la tutela del territorio é bloccata dalle azioni ostative della faziosità politica e dal mercimonio ad essa correlato.

Taluno obietta che l’enormitá dei costi per una capillare manutenzione preventiva del territorio, unita all’indisponibilitá numerica della necessaria manovalanza, rende difficile l’attuazione rapida di interventi risolutori per la messa in sicurezza dagli eventi alluvionali. Nulla di piú falso : la miopia dei tecnocrati politici, l’icastica maschera sfingea dei padroni del sistema costantemente occupati nell’umiliazione degli italiani e, per contro, nell’esaltazione dei presunti diritti di migranti clandestini, scientemente ignora quello che ognuno puó vedere : l’enorme disponibilità di manovalanza da costoro offerta. La cinica Presidente della Camera on. Laura Boldrini che antepone il benessere di barbari invasori ai sacrosanti diritti ed al benessere degli italiani piú indigenti, unitamente al suo compare di governo, il serafico Ministro degli Interni on. Angelino Alfano che sta impoverendo l’Italia con la follia masochistica dell’operazione Mare Nostrum, hanno forse l’opportunitá di riscattare la loro credibilità e di reintegrare gli italiani nel rispetto e nella dignitá del loro esistere e dei loro sentimenti identitari. Serve porre fine al dolce far niente largamente retribuito ( circa 40 Euro al giorno tra sussidio e provvidenze varie corrispondono allo stipendio mensile di un operaio) di una falange di barbari che con arroganza e violenza ricambiano la grazia ricevuta, impiegandoli nei lavori di manutenzione del territorio. I vari centri di accoglienza sparsi su tutto il territorio nazionale sono il bacino ideale dal quale reperire manovalanza maschile e femminile. Sia chiaro che, finché clandestini e quindi privi di cittadinanza italiana ancorché muniti di permesso di soggiorno, questa loro retribuzione non puó e non deve rientrare nella normativa contrattuale dell’ordinamento del lavoro e tantomeno nella normativa dell’INPS. Fin tanto che attenderanno a questi lavori potranno usufruire dell’assistenza sanitaria gratuita a seguito di incidenti sul lavoro. Qualora rifiutassero il lavoro non solo perderebbero ogni e qualunque sussidio economico, ma pur anche l’assistenza sanitaria gratuita che diverrebbe quindi erogabile solo dietro pagamento anticipato. L’espulsione coatta nei paesi d’origine, corollario al reintegro ed all’inasprimento del reato di clandestinità, sarebbe l’atto finale per non far sentire gli italiani cittadini di serie B, restituendo loro il rispetto e la dignitá espropriata.

Purtroppo l’assoggettamento degli italiani, vetusto di secoli, ai voleri di politicanti ondivaghi ancorché lesivi dei loro diritti e dei loro interessi, li ha resi abulici ed indifferenti ad ogni spontaneo moto di rivolta, dotandoli di quel dinamismo parolaio che stigmatizza il debole ed il servo, nel codardo orizzonte del loro vissuto. Oggi basta lo sventolio della bianca sottana del Papa per galvanizzare popolo e stampa nell’apoteosi di disvalori che nella follia di un nazione multietnica, multirazziale, inter-religiosa, determinano il crollo di una civiltá, la decadenza di un popolo, ad onta ed in oblio del sangue versato dai padri per dare ai posteri democrazia, diritti e dignitá. Il retaggio disgregante e dissolutore della nefasta teoria Marxista-Leninista, sotto le mentite spoglie del fariseico conclamato buonismo irraggiato dal Vaticano, ha occupato ed ottuso le menti di chi, governando, ha in pugno i destini d’Italia, sempre piú disponendola ad un futuro di gregarietá e servaggio nel perdurante fetore del vomito catto-comunista.

Da ultima e non secondaria perché sintomatica della deriva decadente di un popolo dimentico della sua storia, delle sue tradizioni, della sua cultura, è la subdola, lenta, progressiva azione di accreditamento delle pretese delle corporazioni omosessuali. Non che io abbia in odio la libera scelta sessuale di ognuno ( chiunque disponga di se stesso a suo piacimento: non me ne cale ) ma non sopporto l’avvento di matrimoni tra pederasti e tra lesbiche. Il matrimonio ( dal latino: mater e dal greco: monos, significa una sola madre ) prevede il concepimento di figli tra un uomo ed una donna, ed è quindi un assurdo in termini estenderne l’assunto a individui dello stesso sesso. Non voglio qui riprodurre quanto giá pubblicato sul mio blog il 1° Aprile 2014 al titolo: “La depravazione legalizzata” perché sarebbe stucchevole ripetizione di concetti giá espressi, ma voglio invece sottolineare la colpevole connivenza di varie fronde politiche che per una manciata di voti giungono ad appoggiare la richiesta di “ matrimoni “ tra omosessuali e finanche l’adozione di bambini.

In tutta questa situazione di caos politico, tipicamente italiano, non poteva mancare l’ennesima invereconda espressione di miseria mentale. Silvio Berlusconi, il camaleontico archimandrita di una turba di politicanti frustrati, in onta ed aperta antitesi alle sue stesse prese di posizione un tempo profondamente critiche nei confronti degli omosessuali, a questi sta aprendo le porte del suo “politicanteggiare”. Nel desiderio di eternarsi come uomo politico a dispetto della sua credibilitá in caduta libera, va oggi assumendo i piú incredibili e disinvolti contorsionismi politici per darsi visibilità e recuperare suffragi : nella sua villa di Arcore convoca a pranzo il noto (la nota) transessuale Wladimir Luxuria, che a suo tempo irrise sia nel corso di spettacoli televisivi sia nel corso della sua candidatura a parlamentare tra le schiere di Rifondazione Comunista. La sua ostentata ironia di allora, verbale e mimica, verso gli omosessuali, oggi lascia il posto ad un tentativo di interessato ravvedimento mercatando questa sua nuova effimera pelle nella speranza di ottenimento dei voti gay. Che sia politicamente alla canna del gas? Speriamolo perché il ridicolo con il quale ha ricoperto, a livello internazionale, le Istituzioni italiane non puó essere dimenticato e tantomeno riprodotto. Sorprende e sconcerta che un individuo di questo calibro, al comando di una corrente politica d’opposizione sia chiamato a partecipare, sia pure in forma indiretta, ad importanti riforme istituzionali, per le quali sarebbe da escludersi chi non sia al di sopra da ogni sospetto.

La politica economica monotematica del Presidente del Consiglio Matteo Renzi lo porta a trascurare importanti pilastri dell’esistenzialitá socio-politica italiana: ne sono eclatante esempio la lentezza nella riforma della scuola e dell’insegnamento, lentezza che progressivamente implementa l’impoverimento culturale dei giovani; il lassismo nell’assumere iniziative atte ad arginare l’immigrazione selvaggia; la noncuranza dell’onore della bandiera italiana disarmando le Forze Armate e lasciando i nostri sodati alla mercé di stati-canaglia ( il calvario dei Maró detenuti in India ne è specchio ); il pagare riscatti ai terroristi dell’Isis per il rilascio di nostri connazionali dimostrando cosí tutta la viltá di un popolo imbelle; il partecipare solo marginalmente alle azioni militari che America, Gran Bretagna, Francia conducono contro lo Stato Islamico; e molto altro si potrebbe aggiungere.

Tutte questa cose denunciano l’umiliante decadenza morale, prima ancora che istituzionale del popolo italiano precipitandolo, come le statistiche dimostrano, sempre piú in un terzomondismo oscurato ed oscurantista.

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