L’ostentata baldanza del presidente americano Donald Trump nel confermarsi sicuro artefice della pace tra Russia e Ucraina ha creato nei popoli europei grandi speranze ed aspettative, non disgiunte tuttavia da congrue apprensioni sul prezzo che la martoriata Ucraina potrebbe essere chiamata a pagare. Già alcune frasi infelici con le quali Trump accusava l’Ucraina di aver aggredito la Russia, con ciò stravolgendo la realtà dei fatti ( l’aggressione e l’invasione furono della Russia con la famosa asserzione di voler denazificare quel paese tramite “operazione militare speciale”, così la definì Vladimir Putin ) hanno creato forti perplessità nei popoli europei, memori degli aiuti che l’America, tramite il piano Marshall, aveva elargito a Italia e Germania per la ricostruzione dopo la rovinosa sconfitta della seconda guerra mondiale. Aiuti non certo gratuiti ma elargiti con discrezione compassionevole in stridente contrasto col turpe mercimonio trumpiano che fin da ora quantifica ed impone mezzi (terre rare- petrolio- metalli pregiati) modi e tempi per ripagarsi dei costi sostenuti. (Vae victis: guai ai vinti, risuona dopo oltre 2.000 anni ancora attuale la minaccia di Brenno al popolo romano). Non ci si scordi però che stiamo parlando di una pace concordata e mediata dagli Stati Uniti e non certo di una sconfitta Ucraina e di una vittoriosa Russia.
Noi tutti speriamo e confidiamo che la rudezza dei proclami di Donald Trump e le sue ambizioni economico-finanziarie si stemperino con il prosieguo delle trattative, dando spazio ad un più razionale approccio pacificatore rammentando il fatto acclarato di un aggressore-invasore e di un aggredito-invaso, quindi non riducendo il tutto ad una mera cinica operazione speculativa ai danni del più debole.
In tutta questa ridda di ipotesi la propaganda mediatica russa coglie ogni occasione per far apparire la Russia afflitta da illazioni politiche persecutorie e ne è prova l’attacco al nostro Presidente Sergio Mattarella per le sue parole (certo poco diplomatiche visti i tempi che corrono) con le quali equiparava l’aggressione russa contro l’Ucraina al progetto nazista del Terzo Reich, scatenando così l’ira rancorosa della giornalista televisiva Maria Zakharova che l’ha definita “ versione blasfema che non rimarrà senza conseguenze”. I volti perennemente ingrifati e “seriosi” dei vari conduttori televisivi russi ed in particolare del presentatore propagandista Vladimir Solovyov ( sovente supportato dal giornalista e conduttore Dmitrij Kiselev ) hanno contribuito a creare un’atmosfera cupa su un fatto di per sè irrilevante ed a creare, nel popolo italiano caratterialmente gioviale, per la teoria del contrappasso una reazione depotenziatrice, sdrammatizzante ed ironica.
Così è nato l’ironico stigma insito nelle 10.000 firme raccolte a biasimo della frase di Sergio Mattarella da consegnarsi tramite il giornalista Vincenzo Lorusso a Maria Zakharova, avente tra i firmatari ( con la satira goliardica degli anni ‘60 e ‘70 ) Ciolanka SbilenKa, Galina Kocilova, Vagina Kuasinova parafrasando nei nomi l’idioma russo già di per sé ruvido e poco armonico. Il conseguente sghignazzo mal celato di alcuni tra i giornalisti televisivi italiani, pienamente captato ed amplificato dal pubblico, penso abbia ulteriormente irritato Maria Zakharova che già si era commossa quasi piangendo ricevendo da Vincenzo Lorusso i faldoni con le 10.000 firme. Ignoro se le lacrime siano dovute all’emozione nel ricevere la testimonianza, oppure se per la stizza nel leggere le firme e constatare di essere oggetto di satira, cosa che mi appare più probabile vista la sua restrosìa al sorriso.
Luigi Cesareni